Gianna Nannini: i 70 di un’icona di libertà femminile

Gianna Nannini domani festeggia i suoi 70 anni in una condizione così spumeggiante da far pensare che, come insegna Mick Jagger, il rock può essere pericoloso ma può anche allungare la vita. Gianna è l’artista che ha fissato i canoni contemporanei del rock al femminile in Italia, sfidando convenzioni e luoghi comuni ma soprattutto diventando una delle poche artiste della sua generazione ad avere una carriera internazionale perché non si è limitata ad adottare gli stilemi di genere ma ha saputo conciliare le regole del rock internazionale con una vena melodica che è un’eredità del melodramma. Ora, dopo cinquant’anni di carriera, celebra un compleanno che potrebbe anche essere gravoso con un nuovo album, “Sei nell’anima”, uscito in marzo che l’ha riportata alle sonorità americane dei suoi primi dischi, una nuova edizione dell’autobiografia “Sei nell’anima (Cazzi miei)”, il biopic sugli inizi della sua carriera, manco a dirlo intitolato “Sei nell’anima”, diretto da Cinzia TH Torrini e coprodotto dall’artista senese, proposto da Netflix con la talentuosa Letizia Toni nel ruolo di Gianna e un tour europeo che prenderà il via il 22 novembre da Jesolo per proseguire in diverse città europee e italiane. Insomma quella che sembra diventata la soglia pensionabile per chi comincia a lavorare ora, per lei è un momento di grazia. Gianna non è tipo da bilanci, ma se guarda a quello che ha fatto di cose da raccontare a sua figlia Penelope ne ha a sufficienza per riempire qualche volume. Dagli esordi con i Flora, Fauna e Cemento a oggi la Nannini è entrata a far parte di quegli artisti che sono qualcosa di più di semplici “cantanti o cantautori” perché fanno parte dell’immaginario collettivo del Paese, nel suo caso non solo del nostro perché, per esempio, in Germania, che è un capitolo fondamentale della sua carriera, “Gianna” è da tempo sinonimo di individualità femminile. In fondo sta anche qui l’energia potente e inimitabile della musica e in particolare della canzone: diventare storia collettiva, regalando immagini ed emozioni in cui tutti noi possiamo identificarci e al tempo stesso catturando la nostra emotività attraverso melodie indimenticabili. E di queste canzoni la Nannini ne ha scritte tante e quando un artista ha in repertorio venti e più titoli così vuol dire che, a modo suo, ha fatto la storia. Nel suo caso poi c’è un dato ulteriore: Gianna si è imposta ed è diventata un’icona di libertà femminile nell’Italia degli anni ’70, quando i diritti delle donne erano ancora un tabù in un ambiente, l’industria musicale, notoriamente maschilista se non addirittura misogino: se oggi le donne nel rock non sono più un’eccezione, il merito è anche suo. E anche prendere una laurea in Filosofia, con il massimo dei voti, a quarant’anni, avere una figlia a oltre 56 con la fecondazione assistita, fare coming out e sposare sua moglie Carla, essere impegnata in battaglie per i diritti civili e per la difesa dell’ambiente sono tutti messaggi preziosi mandati alle generazioni più giovani che trovano in Gianna Nannini un riferimento prezioso e vitale. 

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