Intervista a Federico Truzzi. “Forgotten Memories” è il suo nuovo disco!

Benvenuto e grazie per questa intervista.

  1. C’è stato qualche episodio particolare che ti fatto sentire l’esigenza di comporre? Quale è stato quindi il tuo percorso formativo e cosa ti ha formato maggiormente?

Ho da sempre avuto la necessità di scrivere ed esprimermi: quando a 14 anni iniziai a suonare la chitarra la prima cosa che feci non fu studiare qualche brano “famoso” o importante per il mio strumento, ma fu cercare qualcosa che mi rappresentasse e quindi di scrivere le prime note seguendo il mio istinto. Ho iniziato quindi con la chitarra elettrica e ho studiato privatamente per oltre 10 anni passando per diversi generi musicali, dal pop al rock al metal fino al jazz. Poi mi sono laureato in Ingegneria del suono nel 2009, ho studiato orchestrazione tramite i corsi online della Berklee College of Music, ho seguito master in composizione per musica da film con Christopher Young (compositore di Drag me to hell, Hellraiser, Spider man 3…) in Bulgaria e ho una masterclass in direzione di orchestra fatto presso il conservatorio di Mantova. Oggi lavoro come compositore di colonne sonore per film, documentari, spot pubblicitari e video games.

  1. È da poco uscito il tuo nuovo disco “Forgotten Memories”, puoi raccontarci qualcosa di questo lavoro?

“Forgotten Memories” è un EP di 4 brani che raccoglie quelle che sono le mie emozioni ed esperienze legate a un momento molto specifico e particolare della mia vita. Ho dovuto cambiare molte cose e mi sono ritrovato ad dover reinventare e ricostruire tutto quello che mi era intorno con l’unica costante che è rimasta come punto fermo: la musica. Diciamo che Forgotten Memories è un sequel di “The Great Grey Ocean”, il mio primo lavoro da solista. Tutto nasce dalle emozioni e dalle sensazioni che ho maturato in quel periodo.

  1. Quanto tempo c’è voluto per preparare l’album?

Un anno e mezzo per scriverlo e produrlo e registrare tutti gli strumenti. Il tempo necessario per mettere in fila un po’ tutte le mie emozioni e dargli un nome.

  1. Oggi, è difficile riuscire a pubblicare un disco?

Non credo che oggi sia difficile pubblicare un album, nel senso che grazie a internet tutto è diventato più facile e veloce. La difficoltà per i dischi oggi è legato molto di più alla promozione, alla distribuzione, a raggiungere il pubblico adatto e trovare il proprio spazio. Internet ha permesso a tutti di pubblicare e poter mettere la propria musica online, ma purtroppo questo ha anche aperto un vero e proprio oceano musicale dove è veramente complesso riuscire a far sentire la propria voce. Per questo vorrei ringraziare i ragazzi della Blue Spiral Records perché stanno facendo un lavoro incredibile.

  1. Ci sono tra i tuoi lavori alcuni che ti rappresentano maggiormente?

In questo ultimo lavoro credo che i brani che mi possano rappresentare maggiormente siano Morae e Small Memories. Dal disco precedente Endless Wave.

  1. Quanto c’è di personale nelle tue composizioni?

Tutti i miei pezzi hanno relazioni con le mie esperienze e le mie emozioni. Per esempio “Morae” parla dell’attesa prima di prendere una decisione che possa cambiare tutto quello che conoscevi fino a quell’istante. “Small Memories” invece parla di un incontro con una persona a cui hai voluto bene ma che per diversi motivi, vi siete allontanati. Quindi ci si rincontra ed è un dialogo che cresce, con i ricordi che riaffiorano, ma che poi si risolve tutto in un rendersi conto del perché le vostre strade si sono divise.

  1. Sei un artista che scrive molti pezzi oppure fanno fatica a nascere?

Scrivere e comporre fa parte del mio essere e del mio lavoro quotidiano, quindi è una cosa che faccio regolarmente tutti i giorni. Scrivere però per lavoro e scrivere per esprimere se stessi sono processi estremamente diversi e richiedono energie e livello di concentrazione molto diverso. Scrivere per me e per quella che è la mia ricerca personale richiede molto tempo e un’analisi che non sempre si è pronti ad affrontare. Posso dire che negli ultimi anni ho dovuto fare un lavoro molto intenso sulla mia persona e questo mi ha permesso anche di essere molto sincero con me stesso e con la mia musica, e quindi ho avuto modo di comporre veramente tanto.

  1. Ci sono degli autori che hanno avuto o che hanno influenza sul tuo modo di scrivere?

Si tanti in realtà. Posso dire Olafur Arnalds, Nils Frahm, Max Richter, Gustavo Santaolalla, johann johannsson per citarne solo alcuni.

  1. Oggigiorno forse più di ieri c’è una contaminazione tra generi. La musica, secondo te, si è aperta al mondo?

Credo che la musica vada sempre di pari passo con la società e che sia una forma d’espressione di essa. In un momento storico come quello in cui viviamo, la società un misto e un unione di tantissime cose, influenze e culture diverse. E la musica con essa cresce e si evolve unendo linguaggi, culture e visioni diverse. Quindi si, credo che sempre più la musica sia parte integrante del mondo in ogni sua espressione.

  1. Come vedi l’utilizzo della tecnologia nella musica di oggi?

La tecnologia ha aiutato il musicista e il compositore velocizzando molti fattori, specialmente sul lato tecnico. Inoltre credo che possa aprire anche a nuove forme di espressione e che possa aiutarci nella nostra creatività, mettendoci in situazioni a volte anche al di fuori di quella che è la nostra normale confort zone, ampliando il nostro modo di vedere e fare le cose. Come ogni cosa bisogna stare attenti a non diventarne “dipendete” e saper anche suonare e comporre senza usarne o abusarne, ma allo stesso tempo credo che ci possa aiutare a fare cose nuove.

  1. Spesso gli artisti vivono immersi nelle emozioni del presente. Il futuro ti spaventa? Che progetti hai in proposito?

Assolutamente, anzi sono molto eccitato da cosa ci sarà dopo. Sono uno che vive spesso guardando al futuro. Anche nella scrittura, quando chiudo un progetto mi vedo sempre proiettato a cosa ci sarà dopo e a cosa possa fare di “diverso” da quanto fatto fino a quel momento. Sono già al lavoro su nuovi brani e posso solo dire che saranno un’ulteriore passo avanti rispetto a “Forgotten Memories”.

Ti ringraziamo per il tempo che ci hai dedicato.

Grazie a voi, è stato un vero e proprio piacere.

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“Forgotten Memories” è pubblicato dall’etichetta discografica italiana “Blue Spiral Records”. Oltre a pubblicare la propria musica e suonare nella band metal “Sleeping Romance”, Federico Truzzi divide la sua vita tra Berlino e la sua città natale Carpi (MO) in Italia, dove lavora come compositore musicale per film, pubblicità, documentari e videogiochi Ha studiato musica alla Berklee College of Music, al Pulse College, all’Università Tor Vergata e all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e questo percorso ha reso Federico il musicista che è oggi.

Credits:

Federico Truzzi: Pianoforte, Chitarre
Elde Lini: Violoncello
Alberto Magon: Viola
Cecilia Bolognesi: Violino
Michaela Bilikova Bozzato: Violino
Foto di copertina: Bianca Serena Truzzi
Registrato e mixato da: Federico Truzzi
Master: Bombanella Soundscapes
Videoclip di “Morae” Pezhmann Mokary

Links utili per ascoltare il lavoro:

Spotify   https://spoti.fi/2OqiBWY 

iTunes   https://apple.co/2MhN5YA 

Google Play http://bit.ly/2ol7uE2 

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