Benvenuta Angela e grazie per questa intervista.
1. C’è stato qualche episodio particolare che ti fatto sentire l’esigenza di comporre? Quale è stato quindi il tuo percorso formativo e cosa ti ha formato maggiormente?
In realtà è accaduto un po’ per caso (anche se al caso non ho mai creduto davvero).
Mi sono formata in conservatorio. Ho svolto due percorsi accademici completamente diversi fra loro: classico e jazz. Ma entrambi i percorsi mi hanno dato tanto. Ho avuto infatti la fortuna di incontrare dei Maestri- Compositori che mi hanno introdotto a questa nuova visione della musica. In seguito, dopo il mio trasferimento a Londra, ho cominciato a scrivere musica per cortometraggi e documentari e da lì ho sentito l’esigenza di continuare a comporre.
2. È da poco uscito il tuo nuovo album “Journey”, puoi raccontarci qualcosa di questo lavoro?
“Journey” è il racconto di esperienze vissute. In qualche modo, ogni composizione può definirsi una “colonna sonora” di un momento. Sicuramente l’album risente molto dell’esperienza della musica per cinematografia che ho avuto modo di sperimentare nell’ultimo periodo.
3. Quanto tempo c’è voluto per preparare il brano nelle sue varie fasi?
Potrei dire in totale due anni. Tutto è nato da un’idea iniziale che si è evoluta e in alcune composizioni, ha portato ad un risultato finale completamente diverso da quello di partenza.
4. Oggi, è difficile riuscire a pubblicare un disco?
Non credo sia davvero “difficile” pubblicare un disco. Credo che sia “difficile” “rimanere” nell’ascoltatore. Essere riascoltato, essere capito.
5. Ci sono tra i tuoi lavori alcuni che ti rappresentano maggiormente?
Direi tutto il disco. In particolare “Mystic sound” e “Circle”.
6. Quanto c’è di personale nelle tue composizioni?
Tutto.
7. Sei un artista che scrive molti pezzi oppure fanno fatica a nascere?
In generale, non credo che comporre sia processo semplice. Tutto nasce da una “necessità interiore” (Per citare il pittore russo “W.Kandinsky” ). A questa necessità, si aggiungono poi le tecniche, gli studi, le esperienze fatte. Non ho mai sentito la composizione come un obbligo, un dovere. Quindi non mai fatto davvero “fatica”.
8. Ci sono degli autori che hanno avuto o che hanno influenza sul tuo modo di scrivere?
Sicuramente Debussy e Satie ma anche Philippe Glass e Keith Jarrett.
9. Oggigiorno forse più di ieri c’è una contaminazione tra generi. La musica, secondo te, si è aperta al mondo?
Si, e direi finalmente. Penso che sia proprio la contaminazione a creare bellezza.
10. Come vedi l’utilizzo della tecnologia nella musica di oggi?
Se usato in maniera giusta, lo vedo positivamente. Persone sconosciute mi contattano dall’altro lato del mondo per dirmi che apprezzano la mia musica. Questo sicuramente mi rende felice e onorata.
11. Spesso gli artisti vivono immersi nelle emozioni del presente. Il futuro ti spaventa? Che progetti hai in proposito?
Sicuramente quello che stiamo vivendo è un momento molto precario. Quest’anno in particolare, la vita di tutti è in continuo cambiamento. Ma, ritengo che sia inutile farsi spaventare dal futuro. C’è un detto al quale credo molto “ Non tutto il male viene per nuocere”. Spesso, è accaduto che personalmente, situazioni che sembravano “Peggiori” si sono rivelate delle vere e proprie opportunità. Penso sia necessario andare avanti cercando di “proteggere” e farsi proteggere dalle proprie certezze. Il mio progetto per il futuro è quello di continuare a far musica, qualsiasi cosa accada.
Ti ringraziamo per il tempo che ci hai dedicato.

Angela Tursi è una pianista e cantante italiana. Nel 2015 ha conseguito la laurea in Pianoforte Classico presso il Conservatorio N.Piccinni di Bari e nel 2017 ha conseguito la laurea in Musica Jazz presso il Conservatorio Nino Rota di Monopoli sotto la guida del maestro Gianni Lenoci. A Maggio 2018 si trasferisce a Londra e pubblica il suo primo album BLUE PAINTINGS basato sulla connessione tra il colore blu e la musica ed ispirato al libro “Lo spirituale nell’ arte” del pittore russo W. Kandinsky.
Come corista, ha collaborato a diverse produzioni esibendosi presso Casa de Musica a Porto, Auditorium Parco della Musica a Roma, Elbphilharmonie ad Amburgo, Royal Court Theatre di Londra, National Concert Hall a Dublino, Casa del Jazz a Roma. Ha inoltre cantato per il tour europeo di Matthew Herbert e per il tour Londinese di Hugh Jackman.
Journey è il suo secondo progetto musicale. Si presenta come una raccolta di composizioni per piano solo di stampo minimalista. Ogni composizione è una fotografia, un’istantanea, una descrizione di un momento di vita vissuto negli ultimi due anni. Journey è la descrizione di un viaggio, un momento di transizione, un cambiamento, non solo fisico ma anche interiore. Ogni composizione racconta di incontri, di perdite, di sentimenti, ma soprattutto indaga quella parte mistica e spirituale legata alla musica. Questo disco vuole essere un “luogo-non luogo” in cui poter meditare, respirare, evolvere. Un viaggio in continua evoluzione.
