BALTO: “FORSE È GIUSTO COSÌ”, UN ALBUM DALLE CORDE NEOREALISTE E RAFFINATE

Un caloroso saluto a tutti i nostri lettori, oggi vi presentiamo “Forse è giusto così”, il primo album della band pop/rock riminese Balto, capitanata dal talentuoso Andrea Zanni. Il disco è stato pubblicato da Pioggia Rossa Dischi e Schiuma Dischi il 21 gennaio del 2022. “Forse è giusto così”, contiene nove brani: energici, onirici e soprattutto motivazionali, sono brani mai banali e mai noiosi, volti a rasserenare l’ascoltatore, placando quel senso di inquietudine esistenziale. Il primo brano “Quella tua voglia di restare”, presenta un ascolto pulito, fluido e risoluto: basso lodevole, canto liberatorio e suggestivo, chitarre decisive, batteria reattiva. “Quella tua voglia di restare”, è un brano nostalgico, atto a risollevare l’ascoltatore, nutrendolo di eventi passati felici, affinché possa affrontare le sfide del presente con un marcia in più. Il secondo brano ha per protagonista l’amore, quel fuoco ardente che protegge da ogni sgualcitura della vita quotidiana, dove le innumerevoli incertezze della giornata ormai passata lasciano lo spazio alla pura e raggiante spensieratezza. “Preghiera della sera” porta tanta felicità sonora ed emotiva: basso distensivo, chitarre scorrevoli, canto trionfante e radioso, batteria sorprendente. Il terzo brano “Mac Baren”, esprime la crisi d’identità che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, è costretto ad affrontare, perdendo i propri punti di riferimento e ricercandoli in ciò che ci fa stare bene. Sebbene “Mac Baren” sia un brano riflessivo, esso viaggia su un binario ben definito “risollevare l’animo del pubblico”. “Mac Baren” sfoggia un ottimo sound rock rivitalizzante, con questo brano si sognare ad occhi aperti: batteria, basso e chitarre raggiungono vette sonore sublimi, non è da meno il canto appassionato di Zanni. “Il quarto brano “Le Giornate Da Morire”, è attorniato da un’alta e sincera caratura motivazione, le giornate da morire non sono necessariamente giornate negative, ma rappresentano quegli attimi di vita in cui ci ricordiamo chi siamo davvero. Distratti dai doveri e dalle pressioni a cui ogni giorno il mondo ci sottopone, spesso ci dimentichiamo del nostro vero io che viene fuori nei momenti di noia e nelle giornate vuote. Il mondo ci ha sempre fatto credere che il tempo speso a non adempiere ad un qualunque obiettivo di vita sia tempo sprecato. Questo ci porta a credere di non essere mai all’altezza, di star gettando via il nostro caro e prezioso tempo. Ma noi “siamo il nostro tempo perso”, quello dei ritagli e delle pause, quello vero fino in fondo. “Le Giornate Da Morire”, porta al grande pubblico un’altra ventata di poesia e freschezza motivazionale, con questo brano ci libreremo in volo. Il quinto brano “I nostri giorni”, ripercorre e combatte attivamente il tema dell’incertezza esistenziale, la band offre un’interessante ed esaustiva soluzione: “Condividere col prossimo le nostre paure e le nostre incertezze”. “I nostri giorni” forgia un sound rilassante ed efficace. Il sesto brano “I tuoi 20 anni” parla della normale fragilità e incertezza che si vive a quell’età, periodo costellato da mille dubbi e angosce. “I tuoi 20 anni” ci trascina col suo testo rasserenante e un sound sagacemente dinamico. Il settimo brano “Il solito posto”, invita l’ascoltatore a prendersi una pausa riflessiva, la canzone gira attorno al concetto di incoerenza, intesa come fragilità e debolezza, non per forza in senso negativo, ma come pausa dall’incessante obbligo al dover essere sempre perfetti. “Il solito posto” ci rende partecipi grazie ad un sound più pop e pacato: chitarre distensive, canto felpato, basso metafisico e batteria stuzzicante. “Il solito posto” è un’altra perla sonora promossa a pieni voti. Il penultimo brano “Forse è giusto così” affronta la paura del futuro, dell’incerto, non è una canzone volta alla rassegnazione, bisogna semplicemente prendere coscienza del fatto che la nostra vita non è necessariamente e completamente nelle nostre mani, le cose succedono, quindi non ci resta che essere sufficientemente flessibili, mantenere la nostra direzione, ma al tempo stesso sapersene anche svincolare se necessario, per approdare a nuovi lidi. “Forse è giusto così” è un brano incantevole, dal sound interamente fatato: un Zanni stellare, un basso generoso, delle chitarre stellari e una batteria da mille e una notte. L’ultimo brano “Niente di noi”, cattura immediatamente l’attenzione del pubblico grazie ad un sound elaborato e fluttuante, il brano racconta di una storia d’amore ormai volta al termine. I protagonisti di questa traccia, rivivono le sensazioni più belle del loro percorso attraverso una serie di immagini e ricordi che non possono più tornare realtà, altre resteranno per sempre solo nell’immaginario di uno dei due. “Niente di noi” è un brano intimista e sopraffino, dove l’accettazione della fine di un percorso amoroso, necessita il rispetto della scelta intrapresa dal partner, voltare pagina è l’unico modo per riprendere la nostra vita in mano, sebbene questo sarà un percorso lento e tortuoso. Ebbene sì, i Balto sapranno conquistare anche voi, grazie alla loro cadenza sonora aurea e celestiale, la pop/rock band riminese riesce a rapire con grazia, scioltezza e sincerità.

TRACKLIST
1. Quella tua voglia di restare
2. Preghiera della sera
3. Mac Baren
4. Le giornate da morire feat. Cara Calma
5. I nostri giorni
6. I tuoi 20 anni
7. Il solito posto
8. Forse è giusto così
9. Niente di noi


BIOGRAFIA

I portici di Bologna e gli spaghetti alle vongole sul lungomare di Rimini, Murakami, i treni regionali. I Balto raccontano la vita universitaria, le difficoltà e le incertezze di un futuro prossimo che sembra aver dimenticato di sorridere, la vita dentro le proprie camere in affitto, le paure protette dai portici della città di Bologna. La band nasce all’inizio dell’estate del 2017, quando grazie ad un contest locale ha l’occasione di aprire un concerto dei Canova in Piazza del Popolo a Cesena. Anche all’epoca c’erano le canzoni, un mare di storie e il bisogno di raccontarle, ma non ancora un nome definitivo del progetto. Ecco lo sfondo alle registrazioni del primo EP della band, “È tutto normale”, cinque canzoni focalizzate sull’incertezza quotidiana, con la solitudine in veste di arma a doppio taglio e il bisogno di rivalsa in fondo al bicchiere dell’accettazione della “vita normale”.  Singolo dell’EP “Spine nel fianco”. A Novembre 2017 l’EP esce per Alka Record Label, seguito da un tour autoprodotto in tutto il centro e Nord Italia, che si conclude nella primavera di due anni dopo. La scrittura del primo album ha inizio nei primi mesi del 2018 con una nuova direzione che influenza sempre di più l’approccio della band nella ricerca della propria verità sonora. La sala prove diventa una stanza in affitto a Bologna, a volte un treno regionale, una panchina sul lungomare alle 2 di notte, dopo una giornata di lavoro dietro a un bancone o a servire ai tavoli dei turisti. E poi ancora una connessione su Skype tra l’Italia e la Francia, tra Bologna e la Romagna. Tutti momenti scanditi dalla consapevolezza di perdersi la magia del suonare insieme in una saletta di provincia, dalla necessità di farlo superando la lontananza, dal respirare le stesse sensazioni anche a 500 chilometri di distanza. Agli inizi del 2019 arriva l’incontro dei Balto con Manuele Fusaroli, produttore ferrarese di buona parte dei dischi dell’indie rock degli anni Zero e ’10 con il quale nasce un rapporto di stima e condivisione e che porta a Settembre 2019 all’inizio della produzione e registrazione del primo album dei Balto. Insieme a Fusaroli, il giovane produttore Michele Guberti presso il Natural Head Quarter di Ferrara. È proprio da queste nuove canzoni che nasce la collaborazione della band con Pioggia Rossa Dischi e Schiuma Dischi. Il primo singolo di questo nuovo progetto, “Quella Tua Voglia Di restare”, uscito a Maggio 2020, è una lettera ad un genitore scritta dal futuro, un esercizio di immaginazione per cercare una propria sicurezza interiore, una strada da percorre. Seguono “Preghiera Della Sera” e “Mac Baren”, uscite sempre nello stesso anno 2020 segnato dall’incertezza legata allo stato pandemico.


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