INTERVISTA ESCLUSIVA AL CANTAUTORE MILANESE MIKE ORANGE

MIKE ORANGE è il nome d’arte di MICHELE ARANCIO, le cui radici affondano nel punk rock, per ascolti e esperienze musicali. MIKE ORANGE arriva dalla provincia di Milano, precisamente nella zona est nella zona di confine tra Milano e Bergamo, ma si sente di tutte perché la provincia è uno stato mentale. Il progetto nasce nell’autunno 2018 per dare voce a una sensibilità diversa, nella direzione di atmosfere più pop, raccolte, con testi che spaziano da racconti di vita personale a riflessioni più o meno profonde sulla vita, sulle relazioni e sui rapporti tra le persone. L’atmosfera che ne risulta è quella di un pop rock fresco, con pochi fronzoli, con testi che cercano di cogliere il senso del proprio mondo nei piccoli gesti quotidiani e in storie che apparentemente appartengono alla biografia dell’autore, ma che all’occorrenza possono anche toccare sentimenti universali. Dopo i primi singoli, PARIGI BERLINO RITORNO e #15AGOSTO, che permette a Mike di partecipare a molti eventi anche di rilevanza nazionale (SANREMO ROCK, FESTIVAL DI SAN NOLO) nel febbraio 2021 esce il primo EP del progetto, ARANCIO (MPC Records). Composto da 5 tracce, definisce meglio il suono dell’artista e raccoglie numerose recensioni dalle testate di settore (ROCKIT, INDIE-ZONE, TRAKS), interviste e nell’estate 2021 il cantautore affronta un tour di una settimana in centro Italia, tra il Lazio e le Marche. È in uscita il nuovo disco del cantautore, SENSIBILE, previsto per maggio 2023.

RINGRAZIAMO MIKE ORANGE PER AVERCI CONCESSO QUEST’INTERVISTA

1) Sei un cantautore attivo e riconosciuto. Puoi spiegarci come sei riuscito a far diventare la musica il tuo lavoro? Qual è il tuo background musicale?

Ciao a voi e ai vostri lettori, piacere di conoscervi. In realtà non sono musicista nella vita reale e il mio alter ego Michele Arancio nel quotidiano fa l’operatore sociale. Un lavoro bello e appassionante, creativo ma anche molto faticoso. Credo che il dover in qualche modo usare la testa per fare il mio lavoro vero sia una bella spinta a scrivere le canzoni. Il mio background musicale è un po’ diverso da quello dei cantautori che probabilmente sarete abituati a intervistare. Da quando ho 17 anni ho sempre suonato punk rock, i miei gruppi di riferimento sono gli Offspring, i Green Day, Dead Kennedys, NOFX. In Italia mi piacciono i Tre Allegri ragazzi morti, anzi, non solo mi piacciono ma li seguo appena posso.

2) Sei sempre stato interessato a cantare e a comporre? Ricordi il primo pezzo che hai scritto ma che non hai mai pubblicato?

Si certo, è come se avessi sempre voluto fare questa cosa adesso che mi ci fai pensare. A 13 anni scrivevo delle canzoni per convincere una che mi piaceva a stare con me scrivendo delle cose super melense di cui mi vergogno tantissimo. Le registravo con un registratore a cassette su cui facevo anche delle sovraincisioni. Mi pare che il primo pezzo che ho scritto si chiamasse “Rimani qui con me”. Era una hit nella mia compagnia. A sapere che adesso faccio il cantautore, il mio me punk a 20 anni si rivolterebbe nella tomba

3) Cosa o chi ti ha influenzato di più?

Devo dire che nella mia storia personale più che guardare gli altri sono stato fortunato perché ho sempre avuto la forza e la pazienza di cercarmi sempre gli stimoli da solo. Mi piace andare a vedere i concerti dei miei amici cantautori, che sono sempre un’ispirazione. Tra le mie influenze principali c’è il mondo da dove vengo, il punk rock e l’etica del do It yourself. Nell’ultimo periodo però come tanti altri di noi che provengono dal mondo underground, mi ha interessato tanto l’idea di fare delle canzoni pop che in qualche modo sembrassero autentiche. Per questo progetto mi ha ispirato tanto la parabola di Calcutta, per esempio, che lo ritengo uno dei cantautori più forti in circolazione. Ha cambiato il modo di intendere un certo tipo di canzone in italiano

4) Qual è il tuo processo creativo? Da dove e come inizi?

Come tutti credo, non ho un processo lineare. A volte mi viene in mente un’immagine, a volte un giro di chitarra, a volte sto lavorando con Ableton e seguo l’onda delle cose che succedono. Mi piace essere sorpreso, e l’idea che un errore possa diventare qualcosa di bello mi affascina sempre molto. In generale però, mi viene in mente una melodia che mi piace e la registro sulle note del telefono. Dopo un po’, quando decido che è il momento di fare qualcosa di nuovo, metto insieme quelle note e costruisco la musica delle mie canzoni. Per quanto riguarda il testo vorrei essere capace di fare la stessa cosa che faccio con la musica, ma ancora non ho capito come fare. Seguo un percorso molto logico e coerente, decido di parlare di qualcosa e lo metto giù stando attento alla metrica e alla scelta delle parole. Ma le canzoni non sono saggi e devono fare scaturire delle domande, vorrei imparare a scrivere qualcosa di più poetico.

5) Hai recentemente pubblicato il tuo nuovo singolo “Piedi”. Cosa ci puoi dire in merito? Puoi parlarci degli altri singoli già usciti e dell’EP Arancio?

Il disco che è uscito il 26 maggio si chiama Sensibile e come dici bene tu è stato anticipato da due singoli, Piedi (di cui è uscito anche un videoclip) e Parco. È una riflessione sulla fragilità, necessaria in un mondo dove finalmente dopo tanto tempo il femminile si sta prendendo il giusto spazio di parità all’interno della società. Cambia il modo di essere donna, è necessario che anche gli uomini si pongano delle domande sul modello che vogliono proporre. Per ora non ho figli, ma nel mio lavoro mi sono posto molto il problema di che esempio dare in termini di genere a quelli che lavorano con me. Per me è importante questo argomento. In copertina (la foto è di Marco Bottani) c’è il mio coniglio, Ugo, che restituiva bene l’immagine di un soggetto sensibile. Di solito il coniglio è considerato un animale fragile, neanche a farlo apposta. Per quanto riguarda le pubblicazioni precedenti, secondo me si sente una decisa differenza con i singoli e con l’EP che avevamo registrato, che avevano un’impronta più live. Li avevamo voglia di restituire un po’ di verità e fare capire che la dimensione del concerto, dove ci sentiamo meglio (c’era il COVID), era una cosa che ci mancava molto. Qui invece ho avuto bisogno di raccogliermi e di spiegarne il motivo.

6) Hai in cantiere qualche nuovo progetto musicale oltre all’attuale album “Sensibile” uscito il 25 maggio 2023? Puoi condividerlo con i lettori di The Musicway Magazine?

Beh, per adesso mi godo questo bel momento.  Ci dedicheremo a suonare il più possibile per promuovere la nuova uscita. Fare uscire un disco è un processo lungo, era un anno che lo aspettavo. Tieni conto che è da settembre che ho in mano il master di questo disco. Però nei prossimi mesi ricomincio a scrivere e ho un’idea per il prossimo lavoro…

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