DEATH MANTRA FOR LAZARUS: “DMF”, UN ALBUM APPASSIONANTE, TRAINANTE E AMPIAMENTE SIGNIFICATIVO

Un caloroso saluto a tutti i nostri lettori, oggi vi presentiamo “DMF”, album omonimo della rock band abruzzese Death Mantra for Lazarus, inciso dall’etichetta discografica Vina Records il 28 aprile 2023, preceduto a sua volta dall’album “Mu” del 2010. I Death Mantra for Lazarus, mettono in campo piacevolissime composizioni strumentali (fatta eccezione per “Like Dolphins”, cantata col cuore da Jester at Work and Giulia Flacco). I Death Mantra for Lazarus sono: Alessandro Di Fabrizio (chitarra) Lorenzo Conti (chitarra) Federico Sergente (batteria) Tonino Bosco (basso e synth). Nelle sette tracce trovano spazio anche collaboratori esterni come Jester At Work, cantautore abruzzese e voce degli Hey Scenario, la violinista Valeria Vadini e il polistrumentista Francesco Di Giandomenico. “DMF” è un disco carismatico, è davvero impossibile non innamorarsene, è costituito con grande perizia da sonorità uniche, stellari e sognanti, non mancano un ritmo magico, potente e rilassante allo stesso tempo. “DMF” propone sette tracce: genuine, intelligenti, fortificanti, notevoli e indimenticabili. Il disco può facilmente essere incastonato nella colonna sonora della nostra vita, nei momenti più belli e rilevanti del nostro percorso esistenziale. “DFM” è come un film, un diario o un collage multimediale da: assaporare, gioire e condividere specialmente con amici e famigliari. Non a caso, quest’ album prolifico, è strutturato da brani focalizzati contenente anche tutta la nostalgia per un tempo che non esiste più, la gioia e la speranza per la ritrovata sintonia, l’amicizia, la fratellanza e l’amore per la musica (questo riguardante la band). In “DMF” si ripercorrono anche le strade della memoria, come se fosse un diario di ricordi dal quale affiorano emozioni, chiudendo la suite con la promessa di future evoluzioni musicali. L’impalcatura sonora è formata da: chitarre serene, da basso e synth illuminanti ed immersivi, violini fantastici, una tromba evocativa, canti sublimi e coinvolgenti. Già dal primo brano “Church Superdelay”, possiamo rallegrarci per la sua vena: sublime, spirituale e affettiva. Il secondo brano “Nude”, è in grado di sprigionare un lato: magnetico, riflessivo ed evocativo. Per quanto riguarda la terza composizione “Marbles”, sa donarci (positivamente) delle risonanze emotive di tipo: nostalgico, onirico e calmante. Il quarto brano “Laika Cold! Laika Cold!”, produce un’aura: introspettiva, calamitata e distensiva. Descrivendo invece la quinta traccia “Mina”, risulta essere: incantevole, idilliaca e magistrale. Il penultimo brano “Like Dolphins”, trasmette ottimamente: tanta risolutezza, rilevanza e ascetismo. L’ultimo brano “Meory of Us”, è intenso, emozionante e suggestivo. Ebbene sì, la band abruzzese Death Mantra for Lazarus e il loro secondo lavoro discografico (omonimo), sanno regalare ben trentadue minuti e diciotto secondi di prosperità emotiva, elevati ad una grazia compositiva, stilistica e d’atmosfera sonora impareggiabile. “DFM” si ascolta all’infinito, senza mai sfinirsi, critica e ascoltatori saranno soddisfatti a pieno. La redazione promuove a pieni voti i Death Mantra for Lazarus e “DFM”, questo è senz’altro un album: appassionante, trainante e ampiamente significativo, congratulazioni ragazzi.