L’EP “DISTOPIE”, recente creazione di Gianluca Lo Presti, noto nell’ambiente musicale come NEVICA, si presenta come audace e senza compromessi, capace di evocare una riflessione profonda sul presente e sul futuro dell’umanità. “Distopie” è in grado di adagiare l’ascoltatore in un mare di riflessioni profonde, pervaso dalle insormontabili inquietudini del mondo contemporaneo. L’EP disponibile da ieri (5 novembre), è un progetto che combina sperimentazione sonora e denuncia sociale, contrassegnata da un’afflizione per un futuro sempre più nebuloso. La radice del sound di NEVICA si fonda sul basso, il suo strumento principale, usato come magistrale mezzo di sperimentazione, trasformandolo a sua volta in suoni che evocano l’idea di un synth, allontanandosi in egual modo da una tradizionale struttura ritmica, così da poter approdare a un’atmosfera contemplativa e meditativa. La musica di NEVICA si propone come un contrasto al caos quotidiano, risuonando come un mantra meditativo tra le onde di una psichedelia avvolgente. “DISTOPIE” è strutturato in cinque tracce che si intersecano come parti di un’unica suite, realizzando un’affascinante narrazione di un immaginario epocale post-COVID, dove i valori primordiali dell’umanità sembrano svanire. Le tracce si snodano attraverso un paesaggio apocalittico, in cui il ritmo viene deliberatamente soppresso, contrastando così la frenesia di un mondo che scorre troppo velocemente. Questa scelta artistica crea un ambiente meditativo, un mantra sonoro dove il caos moderno si ferma, aprendo uno spazio per la riflessione. Le composizioni, pur nella loro avvolgente psichedelia, si rincorrono come brevi haiku (un componimento poetico nato in Giappone), ricche di significato e di interrogativi esistenziali. Nella prima traccia sonora “La Dose”, funge da potente apertura, giocando sul doppio senso derivante dal contesto pandemico. L’artista riflette su come ciò che ci sostiene possa in realtà trasformarsi in una sostanza tossica, evidenziando la schiavitù a cui ci condannano le nostre abitudini e relazioni superficiali. L’ascoltatore viene così invitato a esplorare la tematica della consapevolezza critica in un mondo malato. Dunque il brano “La dose” si caratterizza per il suo profondo impulso emotivo e il rinvigorente invito all’autoanalisi. “L’Ascesa”, d’altro canto, è il brano più meditativo del lotto, che incoraggia l’ascoltatore ad isolarsi dal mondo esterno per riscoprire sé stesso. La ricerca di una saggezza interiore si intreccia in modo sublime con sonorità toccanti, rendendo questa traccia un momento di riflessione indispensabile. “Distopie” fa da eco all’attualità, ed in particolare alla traccia che porta il suo nome, fornisce un loop ipnotico di basso elettronico, evocando un’entità che assolutizza il male, presentandolo come una nuova divinità al centro delle nostre esistenze. Qui, l’arrivismo e il qualunquismo emergono come i nuovi anti-valori di una società priva di bussola morale. La critica sociale si fa palpabile in “Rettiliani”, che disegna un ritratto cinico di figure prive di empatia, evidenziando come certi rappresentanti della nostra élite politica e imprenditoriale siano privi di scrupoli e interessi personali. Infine, “Le Deviazioni dal Nucleo Originario” funge da conclusione perfetta, evidenziando la perdita della consapevolezza in un mondo che una volta era buono. Questa traccia rappresenta una presa di coscienza e un’affermazione di un desiderio di riscatto, nonostante l’enfasi sulle deviazioni causate dall’egoismo umano. In sintesi, “DISTOPIE” di NEVICA si delinea come un’opera fondamentale nel panorama musicale contemporaneo, in grado di fondere arte e attualità. È un lavoro che invita a una profonda introspezione, conferendo al pubblico un’opportunità unica di riflessione e risveglio. Un’ode al coraggio di affrontare il futuro con occhi aperti, ma anche un avvertimento sui rischi di un’umanità in balia della disconnessione emotiva e dell’egoismo umano.