INTERVISTA ESCLUSIVA AI GENOMA MUSIC PROJECT

I Genoma, attivi dal 2016 al 2019, si trovano in un limbo dopo la separazione di alcuni membri. Nel 2020, Enrico Coari e Nicola Farolfi coinvolgono Marcella Sebastiani nel Genoma Music Project, che esplora nuove sonorità con testi cantautoriali. Nel novembre 2022, pubblicano l’album “Tra migliaia di silenzi”, apprezzato da un pubblico più ampio, con brani narrativi e una musica che celebra l’umanità. Il trio annuncia un nuovo album, “Nos libera”, in uscita il 16 novembre 2024, promettendo storie ricche di vita e mistero, creando uno spazio dove gli ascoltatori possono esplorare il proprio mondo interiore.

RINGRAZIAMO I GENOMA MUSIC PROJECT PER AVERCI CONCESSO QUEST’INTERVISTA

1) Qual è stata l’ispirazione principale per il vostro secondo album “Nos Libera”?

M: L’ispirazione è qualcosa che si lega al tuo stesso essere, al tuo modo di vivere, alla tua esistenza. Se sei attento a ciò che ti circonda, l’ispirazione probabilmente ti arriverà da condizioni esterne, eventi e storie di vita. Nos Libera rispetta questa connessione perché nasce dalla profonda riflessione sul tema della libertà in tutte le sue forme: quella tolta, quella di cui ci autopriviamo, quella che diamo per scontata e quella rubata agli altri.  Il coraggio, l’urlo di dolore incompreso, una morte ingiusta e atroce, l’amore nascosto o spezzato, la speranza di chi crede nel riscatto e nella rinascita, l’incubo dei bulli, l’ipocrisia dei “normali”, la paura della diversità sono alcuni dei temi che ci hanno dato ispirazione.

E: A livello musicale credo che sia un ulteriore sviluppo verso quello che potrebbe essere uno stile elettronico cantautorale.

2) In che modo la vostra musica riflette le esperienze personali e le emozioni di ciascun membro del trio?

M: Abbiamo cercato di esplorare le nostre esperienze personali di liberazione, sia emotive che fisiche (anche la malattia di un genitore o le privazioni a cui può essere sottoposto un amico sono forme di schiavitù). Abbiamo anche cercato di raccontare la lotta e la speranza di chi difende la propria libertà in un mondo spesso oppressivo. Con ‘Nos Libera’, abbiamo voluto raccontare storie spesso dimenticate o trascurate, che ci sono passate accanto, sfiorandoci o colpendoci, perché ognuna di esse contribuisce a una comprensione più profonda della libertà e della resilienza umana. La musica è stata il nostro mezzo per esprimere il desiderio di liberazione e di speranza attraverso la bellezza che potrebbe esserci nei rapporti umani, l’accettazione dei limiti propri e altrui, e l’ascolto continuo.

E: Le scelte delle atmosfere rarefatte o ossessive esprimono il mio modo di descrivere le esperienze.

3) Potete parlarci del processo creativo dietro alla scrittura dei testi e alla composizione delle tracce?

M: per quanto riguarda la scrittura dei testi il processo creativo nasce dall’ascolto della musica e la successiva fusione con l’ispirazione del momento. Mi piace pensare alle canzoni come dei brevi film in cui la colonna sonora diventa irrinunciabile per raccontarne la sceneggiatura e creare la scenografia. A mio parere immergersi nelle emozioni altrui è essenziale per trovare l’ispirazione, quindi la scintilla creativa parte dall’attenzione: non mi limito a sentire, ma ascolto  e cerco di leggere tra le righe delle parole non dette, captando il significato nascosto nei silenzi. Sono ispirata da molte cose: un’assenza, il coraggio, una mancanza, l’incapacità di urlare, un pianto nascosto, la teatralità aberrante della violenza, l’altruismo, gli esseri indifesi, e la volontà di perseguire un obiettivo…

E: Generalmente parto da un suono e proseguo con tessiture sequenziali associative, non mi interessa mantenere una struttura di base inizialmente.

4) Quali temi ricorrenti avete voluto esplorare in questo album e perché?

L’album contiene canzoni che denunciano ingiustizie sociali, brani più intimi, tracce che esprimono speranza e condanna, canzoni d’amore e relazioni. Ogni brano dell’album affronta temi attuali e importanti: l’invisibilità e il coraggio delle piccole lotte quotidiane, le grandi ingiustizie, la stupidità e la inutilità dell’uso della violenza, la mancanza di empatia e la ricerca di connessione in un mondo sempre più disconnesso. Ma anche la forza vivificatrice dell’amore e del rispetto.

5) Come descrivereste la vostra evoluzione musicale dal primo album “Tra migliaia di silenzi” a “Nos Libera”?

M: Abbiamo continuato a seguire il nostro gusto musicale ma strizzando un po’ più l’occhio a sonorità pop per avvicinare ancora di più la nostra musica al messaggio che volevamo veicolare. Io personalmente nella scrittura mi sono sganciata da una serie di dinamiche presenti nel primo album, che a mio avviso potevano essere migliorate.

E: Ogni momento non è mai uguale ad un altro e questo si rispecchia anche nella nostra musica che segue quello che siamo, svincolati dalle mode a dagli stereotipi.

6) In che modo pensate che la musica possa contribuire a sensibilizzare su questioni sociali e culturali?

La musica ha un potere unico e universale di comunicare emozioni e messaggi: cosa più di un brano musicale può smuovere le coscienze, portare scompiglio o riportare pace nell’anima, far piangere o sorridere, creare consapevolezza?  Penso che la musica sia l’attivatore più potente che esista. Il problema è che alcuni non sono in grado di aprirle la porta e farla entrare proprio per questa sua forza. Oltre a questo, la musica può creare un senso di comunità, anzi direi di “comunanza”, perché permette di farci sentire tutti parte pulsante e integrante dell’organismo mondo ma anche accomunati dagli stessi sentimenti, esigenze, paure, limiti. E naturalmente per la sua grande facilità di veicolare temi e messaggi di qualsiasi tipo, la musica può anche e deve informare, in modo accessibile e memorabile, rendendo concetti complessi più comprensibili e cercando di creare empatia e connessione emotiva.

7) Qual è il significato del titolo “Nos Libera” e in che modo rappresenta il messaggio dell’album?

Abbiamo modificato la struttura della frase della preghiera cristiana “Libera nos a malo (liberaci dal male)”, anticipando il “Nos”. Questa licenza stilistica ci permette di dare enfasi al “noi,” evidenziando il soggetto che desidera la liberazione. Aggiunge anche un significato più profondo alla frase, suggerendo che siamo attivamente coinvolti nel nostro processo di liberazione, almeno nel desiderarlo e perseguirlo concretamente. Siamo prima di tutto creatori e non creature soggette ai voleri di qualche deità. Sta a noi scegliere se scappare o partecipare, sta a noi decidere se vedere l’altro come un’opportunità di “sano confronto” o come qualcuno da sottomettere o estromettere. Questa scelta è solo nostra. Nessun essere divino potrebbe darci più forza della nostra interiorità e del nostro libero arbitrio. Ecco direi che il messaggio è racchiuso in questa preghiera: liberarci per poter essere amati, per amare, per essere diversi, per saper convivere, per comprendere.

8) Come affrontate la sfida del trovare un equilibrio tra sonorità elettroniche e testi significativi?

È davvero un esercizio di creatività continua, perché se è vero che le sonorità elettroniche ci permettono di esplorare nuovi territori musicali, creando atmosfere uniche e coinvolgenti, è altrettanto vero che vanno misurate e rispettate nella loro complessità. Perché esagerandone le potenzialità si rischia di passare ad un registro troppo etereo e distaccato. Ma utilizzandola con mestiere invece l’elettronica offre un ampio spettro di possibilità di dare corpo a texture sonore innovative con un grande potere narrante.


9) C’è un brano dell’album che ritenete particolarmente rappresentativo del vostro messaggio artistico? Perché?

M: Questa è sempre una delle domande più difficili a cui rispondere: i brani di un album sono tutte storie, frutto di un determinato periodo della tua vita, sono creature che vivono di vita propria, riflettendo quello che sei e che provi. Se dovessi sceglierne una sola direi Un’avventura di nome empatia. Questo perché a mio avviso uno dei maggiori mali dei nostri giorni è proprio la mancanza di empatia, il non saper o volersi mettere nei panni altrui.  Oggi ormai possiamo vedere tutto e quindi diventare completamente assuefatti e anestetizzati davanti alle immagini più inaccettabili e violente. E la musica dovrebbe ricondurre a quei valori primari, in quanto sinonimo di armonia, condivisione, bellezza, purezza.

E: Ognuna ha una sua valenza non mi è possibile scegliere.

10) Quali sono i vostri piani futuri e quali messaggi sperate di trasmettere ai vostri ascoltatori con la vostra musica?

Continuare a fare la musica che ci piace, non doverci stravolgere per attrarre maggiore attenzione. La musica affronta l’ipocrisia e il perbenismo di una società che giudica e devasta. Ma se temi importanti come l’altruismo, il coraggio e la fragilità umana riuscissero a catturare l’attenzione e ad amplificare la sensibilità di chi ascolta i nostri brani, anche solo per un breve istante, saremmo soddisfatti del nostro lavoro.

E: Credo che la più grande soddisfazione sia quella di procurare delle emozioni, quelle stesse che ci hanno accompagnato durante la stesura dell’album, una sorta di energia che si trasmette come vibrazione.

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