MAREAMARE: UN’ORIGINE SONORA TRA ONIRICO E REALE

Nel suggestivo panorama musicale italiano, il cantautore torinese Nicolò Piccinni si distingue per la sua capacità di tessere narrazioni complesse attraverso melodie evocative. Con il suo nuovo lavoro, mareAmare, Piccinni presenta un concept album audace, dove la musica si intreccia con la letteratura e l’arte visiva, offrendo un’esperienza d’ascolto che trascende i confini tradizionali del disco. mareAmare si configura come un’opera multimediale: un connubio di 12 canzoni, accompagnate da un libro illustrato e una raccolta di cortometraggi. Ogni brano funge da capitolo di una storia più ampia, esplorando temi di solitudine e connessione in un mondo sempre più digitalizzato. Piccinni, con la sua band, Gli Internauti, infonde nuova vita al cantautorato italiano, amalgamando elementi di rock, indie, folk e psichedelia. La title track, con un titolo suggestivo che unisce mare e amore, rappresenta un microcosmo delle emozioni umane. La sua struttura musicale è intricata, facendo convivere armonie classiche con sonorità moderne, in un abbraccio perfetto tra nostalgia e innovazione. Qui, il mare diventa simbolo di un’umanità che cerca, attraverso le sue acque profonde, qualcosa di tangibile in un’epoca dominata dalla superficie delle interazioni virtuali. L’album si divide in due lati: Superficie e Profondità. Il Lato A, dedicato alla superficie, presenta brani come “Arianna” e “Sottacqua”, dove il primo invita l’ascoltatore a perdersi nel labirinto di emozioni dell’innamoramento, mentre il secondo offre uno spaccato critico della vita esposta sui social, descrivendo il rischio di affogare in un mare di opinioni altrui. Il terzo brano “Cura di Te,” si fa palpabile un richiamo alla ricerca di emozioni autentiche, mentre il mondo contemporaneo si riduce a un deserto emotivo, dominato dalla superficialità dei social network. Qui, il cantautore invita a prendersi cura delle relazioni profonde, proteggendo il proprio amore dall’inganno della realtà virtuale. La metafora della vite, simbolo di liberazione, è una sottile chiave interpretativa di questo viaggio musicale, dove il vino diventa l’elemento che disinibisce e permette di attingere a una dimensione di maggiore introspezione. L’arrangiamento di “Cura di Te”, caratterizzato da chitarre elettriche distorte e sintetizzatori sognanti, introduce la partecipazione della talentuosa cantautrice Rossana De Pace, rendendo l’esperienza sonora ancora più multidimensionale. La successiva traccia, “Aldiquà,” pertiene a una tematica di forte impatto sociale, riflettendo sulla perdita della memoria legata alla discriminazione. Scritta in collaborazione con Lorenzo Favero, la sua struttura complessa ricorda una suite, amalgamando elementi di elettronica, canzone italiana degli anni ’60 e post rock. Voci evocative si alternano, creando un affresco sonoro in cui spiccano il timbro unico di Giulia Impache e l’intensità di Bunna, noto per il suo contributo alla band Africa Unite. In “Internauta,” il contrasto tra il sé reale e quello virtuale diventa fulcro di riflessione e introspezione. Le sonorità, caratterizzate da un rock teso che omaggia artisti come Bruce Springsteen e R.E.M, si animano attraverso le armonizzazioni di Fausia e Nicolò Piccinni, rendendo il brano un manifesto della dualità identitaria contemporanea. Questa tensione cresce fino a culminare in “11 anni dopo,” una ballata malinconica che indaga sul passare del tempo e sulle cicatrici emotive che si trasmettono alle nuove generazioni, con una melodia di chitarra che incanta e disorienta al contempo. Il lato B dell’album, dedicato alla “Profondità,” si apre con “Malladrone,” un brano crudo che narra la vita dal punto di vista di un ladrone, accompagnato da un arrangiamento piacevolmente scarno e disarmante. La successiva “Il Pozzo”, esplora un abisso di inquietudine e follia, dove il rischio di scendere troppo in profondità si concretizza in una discesa musicale infernale che accoglie suoni magistralmente insoliti e sperimentali. “Pesce Nero,” unico pezzo strumentale, si dipana attraverso melodie rock incisive, mentre “Lampade ad olio” trasporta l’ascoltatore in un luogo di perdizione, con un blues carico di disperazione e desideri infranti. La spettacolare, dolce ed evocativa “Messaggio per nessuno”, offre una pausa riflessiva su una spiaggia desolata, con un arpeggio di chitarra acustica che guida verso un’elegante risoluzione. Infine, “Pugile di mare”, chiude il cerchio dell’album, presentando un’ultima sfida tra l’immensità del mare e la ricerca di emozioni autentiche, sintetizzando l’essenza del percorso musicale. La collaborazione con il cantautore Nicolò Protto, arricchisce ulteriormente questo brano di ampie vedute, delineando una chiusura che è tanto un’affermazione quanto una continua ricerca. Il Lato B dunque è contrassegnato dalla profondità che culmina in composizioni di un’intensità palpabile. Esse ci portano in un tormentato viaggio interiore, rivelando il dolore e la bellezza della vulnerabilità umana. Com’è noto Piccinni non si limita a scrivere canzoni; egli crea mondi sonori che riflettono il tumulto dei nostri tempi. La voce eterea di Holly Wilson, coadiuvata da collaborazioni preziose con artisti del panorama musicale contemporaneo, arricchisce le sue composizioni, conferendo a ciascun pezzo un sapore distintivo. In definitiva, mareAmare si rivela un lavoro di grande valore artistico, capace di toccare corde profonde e universali, sempre mantenendo una freschezza stilistica che coinvolge l’ascoltatore fin dal primo ascolto. Nicolò Piccinni, con questo album, invita non solo ad ascoltare, ma anche a sentire, a riflettere, a connetterci con noi stessi e con gli altri in un’epoca che spesso ci spinge a rimanere in superficie. Il mare, con tutte le sue insidie e i suoi segreti, continua ad essere metafora di un amore che si nutre di assenze e di scoperte, un tema eternamente attuale che parla al cuore di ognuno di noi.

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