
Tommaso Seconi, cantautore teramano, cresce in una famiglia di musicisti, in particolare con l’influenza del padre, che ha alimentato la sua passione per la musica, usata come mezzo per gestire le emozioni. La musica diventa per lui una forma di terapia, portandolo a scrivere canzoni e a formare una band nel 2015, che gli permette di vivere importanti esperienze nel mondo della musica, condividendo il palco con artisti folk rock come Bandabardò e Nobraino. Dopo un trasferimento a Bologna e la fine del gruppo, decide di avviare un progetto da solista. Il suo nuovo singolo “Già domani” sarà disponibile dal 28 febbraio 2025 su tutte le piattaforme digitali e anticipa il suo primo album “Fragolina di campo”, distribuito da (R)esisto.
RINGRAZIAMO IL CANTUATORE TOMMASO SECONI PER AVERCI CONCESSO QUEST’INTERVISTA


1) Cosa ti ha ispirato a scrivere l’album “Fragolina di campo” durante il periodo del Covid?
Rispondo a questa domanda con una frase di Epitteto: “Gli eventi che ci capitano non sono né positivi né negativi, ma liberi di interpretazione quotidiana”. Così per me il Covid è stato un periodo di silenzio, di ascolto. Un ascolto che è riuscito a farmi scendere dentro me e a tirar fuori tutto ciò su cui dovevo riflettere e usando la musica come “elaboratore di emozioni” è nato il disco Fragolina di campo.
2) Come affronti le critiche? E quali consigli daresti ai giovani artisti che desiderano emergere nel panorama musicale?
Le critiche sono sempre ben accette, se poi sono veicolo di crescita e di nuove prospettive lasciano un seme che poi germoglia. Il consiglio che darei ai giovani che vogliono emergere nel panorama musicale è lo stesso che darei a me ovvero di pensare alla musica come un dono che va verso l’altro e non verso se stessi altrimenti la musica perderebbe quella magia che ci risuona nel momento in cui la ascoltiamo.
3) Qual è il messaggio che speri di trasmettere agli ascoltatori con le tue canzoni?
Ma già se trasmetto qualcosa mi va bene, poi il resto ognuno prende ciò che gli serve, io parto con un messaggio, con il mio messaggio ma chi ascolta può farlo suo.
4) Come descriveresti il processo creativo che hai seguito nel comporre i brani dell’album?
Il processo creativo di quest’album in prima parte è stato buio, un isolamento dall’estero e man mano che tiravo fuori canzoni era sempre più un ritornare fuori verso la luce ma con una forma diversa. Nella seconda parte invece è stato un momento di condivisione sia dal punto di vista musicale ma anche da un punto di vista emotivo.
5) In che modo le tue esperienze personali influenzano la tua musica e i tuoi testi?
In tutti i modi devo dire. Sicuramente le mie canzoni, ma specialmente i testi, partono da una base autobiografica poi nello svilupparle ci allego una storia o un’idea.
6) In che modo la tua formazione musicale familiare ha forgiato il tuo approccio alla scrittura dei brani?
Mio padre è stato il più influente in casa a livello musicale, oltre ad essere anche lui autore di brani, si è educato musicalmente con De André, Battiato, Ivan Graziani ecc. e questo come può non aver influito su di me, anzi sicuramente mi ha influenzato più questo aspetto che il suo essere musicista. Io ho sempre osservato come scriveva canzoni e inizialmente ho approcciato usando il suo metodo successivamente ho definito il mio cambiando anche strumento.
7) Qual è stata la tua esperienza nel lavorare con altri artisti e come ha arricchito il tuo percorso musicale?
Spesso lavorare con altri artisti non è sempre una bella esperienza, dipende da chi si incontra. Sicuramente per questo disco l’incontro con Davide, che è il curatore dei mix e con cui insieme abbiamo rivisto e sviluppato gli arrangiamenti, è stato sia un’occasione per un’amicizia ma soprattutto per imparare molto anche da un punto di vista di composizione dei brani. Ci sono stati anche altri musicisti, significativi che hanno collaborato nel disco e alla fine quando si fa relazione c’è sempre uno scambio.
8) Che significato dai al concetto di “relazioni” nel contesto della tua musica?
“Le relazioni sono il miglior investimento della vita”, questa è una verità che mi hanno insegnato e non smetterò mai di ripeterla.
9) Come ti sei sentito nel passare da un progetto di band a un percorso da solista?
Beh inizialmente è stata dura, trovarsi a “metterci la faccia” da soli non è semplice e comunque è stata una paura inizialmente, poi quando devo affrontare un percorso che già so che è il mio, cerco di boicottarmi in tutti i modi ma alla fine l’anima va dove deve andare e quindi devi passarci per forza se vuoi ascoltarti.
10) Quali sono i tuoi obiettivi futuri nella musica e quali sogni speri di realizzare con la tua carriera artistica?
Gli obbiettivi sono di lavorare con un team coeso per un obbiettivo comune e di lasciare qualcosa di positivo per chi ascolta le mie canzoni, sogni invece… spero che possa riuscire a portare la differenza in qualche modo ma anche solo viverci in termini economici mi andrebbe bene.
