TARANTOLA: IL NUOVO ALBUM “ONE BLOOD” DELLA BAND SALENTINA È AVVOLTO IN SOUND RICCO DI ARMONIA E RESILIENZA

L’album “One Blood”, ultimo lavoro della band salentina Tarantola, si presenta come un disco ballabile e multidimensionale, frutto di una costante ricerca di identità culturale e di coesione sociale. Attraverso undici tracce, il gruppo riesce a incarnare l’essenza di una community globale, intrecciando stili e sonorità provenienti da diverse tradizioni musicali. La produzione, curata da Mauro Lacandia e Manuel Scaramuzzino, è impeccabile, dando risalto a ogni sfumatura melodica e ritmica. Il titolo stesso, “One Blood”, è un messaggio potente e universale, invitando all’introspezione e alla riflessione sulle affinità che ci uniscono, al di là delle differenze razziali e culturali. Questa visione si riflette nella canzone omonima, che affronta temi attuali come il razzismo e la discriminazione, in un viaggio emotivo che porta l’ascoltatore a riconoscere il legame profondo che intercorre tra tutti gli esseri umani. La tracklist si apre con “Original Terron”, un brano che celebra l’orgoglio di appartenenza e le radici culturali. Con sonorità reggae e un testo ricco di riferimenti al dialetto salentino, il brano pone in evidenza il legame indissolubile con la terra natale dei migranti, sottolineando le sfide affrontate nel perseguire i propri sogni. Successivamente, “Capufriska” si distingue per la sua vivacità e l’energia contagiosa, grazie alla collaborazione di artisti noti come Sabaman e Papa Leu. Questa traccia non solo mette in risalto la capacità dei Tarantola di creare atmosfere festose, ma simboleggia anche la celebrazione di uno stile di vita gioioso e aperto, tipico del Salento. Uno dei momenti più toccanti dell’album è rappresentato da “Anche Io Sono Un Migrante”, dove il testo esprime la sofferenza del distacco e l’intolleranza che accompagna le esperienze degli emigrati. Qui, i Tarantola mostrano la loro abilità di trasformare il dolore in un inno alla resilienza, dimostrando che l’arte può fungere da strumento di guarigione e consapevolezza. Il brano “Soul Vibration” introduce una dimensione di profondità emotiva, amalgamando le influenze del reggae con nel jazz e nell’anima. La lirica promuove un messaggio di amore universale, evidenziando quanto il vero legame non dipenda da criteri superficiali, ma dalla connessione profonda tra le anime. “Reggae Beat” e “You Got The Hope” rappresentano ulteriori apici dell’album, con i loro messaggi di speranza, unità e l’importanza della musica come veicolo di cambiamento e positività. La presenza di Awa Fall in “Reggae Beat” amplifica lo spessore interculturale del progetto, mentre in “You Got The Hope” il ritmo energico celebra la forza interiore. La produzione musicale, plasmata dai suoni distintivi della band, è caratterizzata da una miscela raffinata di reggae roots, dancehall, e influenze mediterranee, arricchita dalla partecipazione di artisti di diversa provenienza. Ciascun brano invita a una riflessione collettiva su temi universali, creando un’atmosfera che ci invita a esplorare la nostra umanità condivisa. In conclusione, “One Blood” è un’opera di grande impatto che non solo celebra la diversità culturale, ma invita anche a un ripensamento profondo delle nostre interazioni sociali e culturali. I Tarantola emerge come portatori di un messaggio potente e al contempo delicato, che richiama a una maggiore comprensione e unità. Con questa pubblicazione, il gruppo si conferma come un’importante voce della musica contemporanea, capace di abbracciare e rappresentare la complessità della condizione umana.

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