Benvenuto Paolo e grazie per questa intervista.
1) C’è stato qualche episodio particolare che ti fatto sentire l’esigenza di comporre? Quale è stato quindi il tuo percorso formativo e cosa ti ha formato maggiormente?
Non c’è stato un episodio particolare poiché a 11 anni gia componevo, e ad oggi è passato molto tempo. Quello che a suo tempo mi portò a comporre era il bisogno che sentivo di creare, di dare sfogo alla mia creatività, e senza dubbio fin da piccolo la musica mi ha formato maggiormente soprattutto la classica; ma anche la pittura e il disegno, visto che ho studiato anche quelli, hanno contribuito nel mio percorso formativo.
2) “Anime” è il tuo nuovo disco, puoi raccontarci qualcosa di questo lavoro?
“Anime” è nato semplicemente dall’esigenza di creare un mio primo lavoro compositivo intorno al mio strumento, il pianoforte. Quindi non ho fatto altro che buttare giù tutto quello che avevo da esprimere sia in nuovi linguaggi musicali che emozioni. Il fine è quello di una comune “opera d’arte” ovvero quello di comunicare qualcosa; tante emozioni da comunicare, in fondo l’arte è questo: comunicare
3) Quanto tempo c’è voluto per preparare l’album?
Per preparare il disco non ho impiegato moltissimo, probabilmente ci ho impiegato 20 anni per pensarlo, ed è solo in 3-4 mesi che l’ho buttato giù e subito l’ho registrato.
4) Oggi, è difficile riuscire a pubblicare un disco?
Oggi non penso sia difficile pubblicare un disco, forse è difficile trovare qualcosa di serio e in modo serio di comunicare quello che si vuole dire attraverso la musica, questo si!
5) Ci sono tra i tuoi lavori alcuni che ti rappresentano maggiormente?
Beh sicuramente, si ci sono pezzi che sento piu’ miei forse, ma non ne sono sicuro sinceramente.
6) Quanto c’è di personale nelle tue composizioni?
Di personale penso che qualcosa vi sia, e ne sono anche compiaciuto per questo, non so però fino a che punto, perché è indiscutibile che un artista alle prime armi si faccia molto condizionare da svariati elementi o altri artisti.
7) Sei un artista che scrive molti pezzi oppure fanno fatica a nascere?
No, non credo facciano fatica a nascere, credo di riuscire a scrivere molti pezzi, il problema come ho detto è che a volte però non basta solo scrivere un pezzo, in quanto potrebbe anche risultare semplice, il problema vero e proprio è trovare qualcosa da dire o da comunicare che sia all’altezza e che non sia banale.
8) Ci sono degli autori che hanno avuto o che hanno influenza sul tuo modo di scrivere?
Si, ma questi vanno dalla musica classica alla contemporanea, come Ravel, Glass, Yann Tiersen.
9) Come potresti descrivere il tuo modo di comporre?
Semplice: mi metto al piano, e mi lascio trasportare.
10) Oggigiorno forse più di ieri c’è una contaminazione tra generi. La musica, secondo te, si è aperta al mondo?
Beh si, la globalizzazione, gli eventi sociali mondiali, la politica, tutto questo influenza anche l’arte, è indubbio. Oggi la world music è quella che sta andando per la maggiore, e la apprezzo molto anche io, in verità; anche se le contaminazioni fra generi probabilmente vi sono sempre esistite, basti pensare alla musica popolare ungherese che influenzò Brahms, etc…
11) Come vedi l’utilizzo della tecnologia nella musica di oggi?
Beh in quello io non saprei, la tecnologia è molto utile se ben usata come sempre, ma io ne faccio in musica un uso praticamente scarso, a parte i software per scrivere musica, che ormai al momento da parte mia hanno sostituito completamente la scrittura su carta. Per il resto la tecnologia quasi non la uso, ma penso che comunque sia molto utile, d’altronde la società attuale non può fare almeno di essa, è il progresso che va avanti.
12) Spesso gli artisti vivono immersi nelle emozioni del presente. Il futuro ti spaventa? Che progetti hai in proposito?
Bah in realtà forse io vivo in emozioni del passato più che del presente! Comunque al futuro non bado proprio, e non mi preoccupo minimamente, quindi di conseguenza non mi spaventa, per i progetti non saprei, vivo appunto senza pensarlo, il futuro. L’intenzione, sicuramente, è di scrivere a breve un’altra raccolta di pezzi, ma per ora non lo progetto perché probabilmente saprò che verrà da sé.
Ringraziamo Paolo Morese per il tempo che ci ha dedicato.