Un caloroso saluto a tutti i nostri lettori, oggi vi presentiamo “Mostralgìa”, album d’esordio del duo rock marchigiano SounDelirio: Francesco Quinto (chitarra e testiere) e Alessandro Tacchini (voce). Il disco è stato prodotto da Boleskine House Records, disponibile dal 26 novembre del 2021. “Mostralgìa”, contiene dodici tracce combattive, magnetiche e motivazionali. “Mostrlalgìa”, abbraccia e difende tutti coloro che sono dovuti restare emarginati per un motivo o un altro, il disco evidenzia come queste persone posseggano una prospettiva unica sul mondo: intelligenza emotiva ed una spiccata empatia, grazie alle quali con perseveranza e impegno, sfidano lo status quo per dedicarsi alla ricerca instancabile della verità e alla scoperta di sé e del mondo. Il primo brano “Goodbye Mr. Grey”, ci trasporta in un vorticoso, concitato e sublime rock di prim’ordine: chitarre ammalianti, batteria e basso spaziali, un Tacchini magistrale. “Goodbye Mr. Grey” è una cavalcata nell’abisso, un brano nietzschiano, introspettivo e autoanalitico. Il secondo brano “Ridi come se non fossi qui”, porta con sé un’altra intensa scarica adrenalinica: batteria e chitarre egregiamente furiose, basso mastodontico, un Tacchini inarrestabile. “Ridi come se non fossi qui”, è un brano poetico e quasi leopardiano; esso inveisce contro la natura indifferente e ad una vita antropomorfizzata. Nel terzo brano “Madeleine”, la protagonista è una donna con una maschera, apparentemente. bianco e nero. Amore e odio. “Madeleine” sfoggia un sound rock divino: chitarre elettriche, acustiche e basso sferzanti, una batteria monumentale e un Tacchini intenso. La quarta traccia “Nato nella quinta stagione” è dedicato ai diversi: in corpo, mente e anima, autentici outsiders pronti a cambiare in positivo il mondo che conosciamo a metà. “Nato nella quinta stagione” è un potente e sano rock ribelle, invita anche a prendere le proprie decisioni in modo autentico e vero, a far scoprire un percorso responsabile nell’affrontare la vita e il mondo. “Nato nella quinta stagione”, utilizza soavi chitarre elettriche, un basso avvolgente, una batteria rivoluzionaria e un Tacchini che sa illuminarci d’immenso. Il quinto brano “Charlie 2.0”, è anch’esso volto alla contemplazione, all’autocritica, al doversi prendere sul serio e non farsi intimorire da chi vuole vederci fallire. “Charlie 2.0” presenta un sound travolgente e iconoclastico: chitarre graffianti e vitali, basso lodevole, batteria sensazionale, un Tacchini audace. Il sesto brano “Blind Dog” è un brano di redenzione, nessuno merita di morire internamente. “Blind Dog” è un altro autentico apripista del piacere sonoro: chitarre spiritate a dovere, basso prominente, batteria stellare, un Tacchini impavido. Nel settimo brano “La pioggia sopra Yago”, è presente quel dolore lineare e onesto che ti affronta da uomo e che porta con sé anche una guarigione esistenziale. “La pioggia sopra Yago” parte immediatamente con un ottimo scossone rock: chitarre elettriche elettrizzanti, basso magnetico, batteria ottimamente feroce, un Tacchini indistruttibile. L’ottavo brano “L’uomo invisibile”, si presenta con un rock affidabile, suggestivo e nostalgico. “L’uomo invisibile”, presenta chitarre acustiche ed elettriche dinamiche e armoniose allo stesso tempo, basso operoso, batteria ardita, un Tacchini profondo e coinvolgente. “L’uomo invisibile” denuncia questa società utilitaristica e individualista che sa produrre tanta sofferenza, indifferenza e un consistente numero di “evaporati” (gli invisibili). Il nono brano “Morte di una rockstar” è incalzante e superbo al punto giusto: chitarre da urlo, batteria e basso magistrali, un Tacchini stellare. “Morte di una rockstar” pone l’accento sulle inquietudini esistenziali. Il penultimo brano “Storia di A” accompagna l’ascoltatore in un ambiente sonoro confortevole e caloroso: chitarre magnificamente operative, basso abbondante e rasserenante, batteria armoniosa, un Tacchini suggestivo. “Storia di A”, canta dei tempi di acquisizione della consapevolezza, invita ad essere consci di tutto quello che riguarda le nostri azioni, obiettivi e valori. Il penultimo brano “Oggetti smarriti”, porta in scena una carrellata di figure e personaggi al limite che si raccontano, talvolta con rabbia, nostalgia e rimpianto. “Oggetti smarriti” ci rapisce col suo sound energico e carico di vitalità: basso, batteria chitarra sono spinti al massimo, Tacchini supera sé stesso con successo. L’ultimo brano “Ode all’anomalia”, presenta un testo valoroso, anticonformista e altamente motivazionale, bisogna essere sé stessi e credere in ciò che facciamo. “Ode all’anomalia”, è l’ultima avvincente strattonata sonora che ci terrà incollati ai nostri impianti sonori per molto tempo. Il duo marchigiano ha saputo dimostrare una delle possibili espressioni dell’incredibile complessità psicologica del genere umano, dove ai fini dell’album, non è centrale la differenza di genere, di status sociale, ma il valore della diversità. Diversità intesa come unicità, come espressione della straordinarietà del singolo.
