HLFMN: “DOUBLE MIRROR”, UN VIAGGIO ECLETTICO DOV’È POSSIBILE AFFRONTARE LE TENEBRE E SVELARE I MISTERI DELL’UMANITÀ

Un caloroso saluto a tutti i nostri lettori, oggi vi presentiamo “Double Mirror”, il nuovo album del compositore romano HLFMN. Il disco è stato autoprodotto il 5 aprile del 2022. Il genere musicale utilizzato in questo lavoro vanta Dance/elettronica sbalorditiva, evocativa, a tratti epica con un orecchio rivolto al passato e un occhio al futuro. “Double Mirror” è fornito di otto tracce suggestive, meditative ed evocative. Nelle otto composizioni da una parte sentiremo dominare sonorità tribali (legate al mondo terreno), mentre dall’altra il tutto tende ad alleggerirsi e ad ascendere, verso sonorità più dilatate, rarefatte, malinconiche e dolcemente stranianti (legate al mondo ultraterreno). Il concept di “Double Mirror” è in linea con la volontà di HLFMN di voler unire due mondi: il materiale/definito con l’immateriale/indefinito, due mondi opposti ma comunicanti fra loro, rappresentati appunto dalla maschera divisa a metà (metà uomo) in quanto è la coscienza umana a fungere da ponte (anche inconsapevole) fra questi due mondi. Nel processo creativo tutto ciò si concretizza in un dialogo costante tra le due forze, percepibile nella musica di HLFMN come contrapposizione di ritmiche serrate e bassi decisi, con aperture eteree e sognanti, a tratti malinconiche. “Double Mirror” è sia un viaggio continuo tra il fisico e il metafisico, sia un viaggio nel tempo grazie ad un mood generale quasi epico, ancestrale, mitologico. Grazie ad HLFMN ogni ansietà risulta sfumerà in un batter d’occhio. Il primo brano “The Sorcerer”, rapisce istintivamente l’ascoltatore ina una danza quasi tribale e onirica: il synth risulta ipnotico, il beat up è magistrale, il groove risulta spettacolare con ottime tinte dark atte ad aumentare la percezione dell’ignoto, l’ascoltatore perderà la sua identità, siamo pronti ad incamminarci in un sentiero oscuro e tetro, dove riscoprire il nostro vero sé è la prerogativa. La seconda traccia “Faith”, risulta essere affascinante, un’autentica esperienza sonora mistica e contemplativa. In “Faith”, possiamo godere di un synth robusto, di bassi caldi e avvolgenti, di magnifici cori angelici e di un’atmosfera sonora che trasuda voglia di vivere, dove l’animo umano è accompagnato da un credo importante: rispetto e cooperazione sono la chiave per sconfiggere il cinismo e prosciugare le torbide paludi della stagnazione psichica. Il terzo brano “Hades”, risulta ammirevolmente incalzante, combattivo e a tratti angosciante. “Hades” è una danza purificativa, tetra ed esorcizzante, dove il metà-uomo deve lasciare andare le sue vecchie identificazioni, le sue paure ed abitudini di pensiero limitanti, passando attraverso la morte della propria attuale personalità. “Hades” ci ammalia per i suoi cori suggestivi, per i suoi bassi altamente enfatizzati e il synth sagacemente ancestrale. Il quarto brano “Tunnel”, porta con sé abilmente: ansia, deprivazione sensoriale e scorci di speranza umana: un basso reboante, un pianoforte enigmatico, un synth ben collaudato e carico di pathos. Grazie a “Tunnel” l’ascoltatore sente di dover andare fino in fondo alle vicissitudini esistenziali, egli si troverà ad attraversare un tunnel simbolico dove il suo vecchio Io non esiste più, dove qualcosa di nuovo deve ancora manifestarsi, egli è in un limbo scuro ed apparentemente inospitale, ma umido e fecondo di nuove prospettive che lascia già intravedere la proverbiale luce in fondo al tunnel, eccolo finalmente essersi liberato dai suoi incubi peggiori. La quinta traccia “My Heart is Full of Love (Belive Me)”, trascina noi e l’ascoltatore e danzare al chiaro di luna: bassi rivitalizzanti, synth solare, cori da mille e una notte, il compartimento sonoro è illuminante, sa toccare il punto saliente dell’argomento: vivere senza tentennamenti. “My Heart is Full of Love (Belive Me)”, rappresenta la rinascita, un’araba fenice che risorge dalle sue ceneri, un nuovo orizzonte si presta limpido e raggiante dinnanzi a noi, siamo pronti ad assaporare le gioie concessaci dalla vita. Il settimo brano “Tellurika (Reprise)”, risulta essere sopraffino, geniale e lodevole, merito anche di: bassi tenaci, synth meticoloso. “Tellurika (Reprise)” si focalizza sul cambiamento dello stato di coscienza di un individuo, esso influisce su tutto ciò che lo circonda, la creatività e la creazione sono un’arma a doppio taglio, sta a noi saggiare con prudenza quando varcare o meno i limiti morali, non c’è niente di più pericoloso di un umano che sceglie tale potere per scopi ignobili ed egoistici che sottomettono o distruggono il prossimo. Il penultimo brano “Yang”, si scatena magicamente con un dancefloor elettronico di tipo orientale ed etereo, difficile abbandonare “Yang”, il suo beat up è liberatorio, il synth volitivo e dovizioso. Grazie a “Yang”, l’ascoltatore riscopre il lato “luminoso” di questo viaggio introspettivo, dove secondo le filosofie orientali, lo Yang rappresenta il movimento verso il mondo esterno e la voglia di fare, mentre lo Yin coincide con il movimento verso il mondo interiore, l’introspezione e il silenzio. L’ultimo brano “Expansion”, riesce a trasmettere serenità e completezza d’animo a qualsiasi ascoltatore, la dinamicità sonora e la quasi atonalità di questa traccia rendere il tutto più avvincente: le basse frequenze risultano essere incentivanti, il synth è fluttuante al punto giusto. Con “Expansion” ci illumineremo d’immenso, il domani ci sembrerà meno cruento e la società più tendente all’armonia e alla cooperazione tra simili. HLFMN è come il vino, più passa il tempo e più si possono degustare le sue proprietà benefiche, grazie a questo compositore sogni e speranze non risulteranno mai banali e privi di fondamento, con “Double Mirror” siamo in una botte di ferro, promosso a pieni voti.

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