
Gian Luca Biasini è un musicista, produttore e compositore di Imola (BO). All’età di 6 anni, spinto dalla passione del padre, prende le prime lezioni di musica e da quel momento non smette più di suonare. Dal pianoforte alla batteria, dalla chitarra alle percussioni, passando per la computer music, ascolta e suona ogni genere musicale, con una predilezione per il Punk e il Rap. Dopo un lungo trascorso come batterista in diverse band dell’underground bolognese (JLK e Wax Anatomical Models per citare le più importanti), nel 2016 pubblica il suo primo album da solista con lo pseudonimo di Ex Novo. Nel 2019 esce Pegaso, il secondo disco, e qualche mese più tardi scoppia la pandemia. Il progetto musicale BIAS nasce, inconsapevolmente, proprio durante il lockdown del 2020. Chiuso in casa per due mesi e mezzo con un computer e una tastiera, ma senza chitarra poiché era rimasta nella sala prove del suo batterista, Gian Luca suona e scrive tanto in quelle lunghe settimane. Ma qualcosa sta cambiando nel suo processo creativo, sia per quanto riguarda i testi, sia per quanto riguarda la musica. Finito il lockdown recupera la chitarra, ma non il progetto Ex Novo, che decide di accantonare. All’inizio del 2021 apre un canale su YouTube e successivamente su SoundCloud e li nomina Bias Music. L’idea iniziale è di caricare i remix/cover che compone in studio partendo dalle canzoni dei suoi artisti preferiti tra cui Rage Against the Machine, Joy Division, The Police, Slipknot ed altri. Durante l’autunno carica anche un paio di inediti, scritti durante il lockdown, e in quel momento modifica il nome dei canali trasformandoli definitivamente in BIAS. Nel febbraio 2022 esce su tutte le piattaforme digitali Duemilaventi, il primo singolo ufficiale, seguito da Sarebbe più facile e successivamente Buio. Ringraziamo infinitamente BIAS per averci concesso quest’intervista.

1) Com’è nato il tuo nome d’arte?
Il progetto BIAS nasce nel 2021 attraverso un canale YouTube su cui inizialmente caricavo dei remix di brani che mi piacciono, in una versione totalmente distorta rispetto all’originale. Ho sempre trovato affascinante il concetto di remix: a differenza della cover, il remix è una vera e propria reinterpretazione di un brano, uno stravolgimento che presuppone anche un certo coraggio, perché per essere convincente deve abbattere dei pregiudizi, soprattutto nel pubblico più purista. In psicologia il Bias cognitivo è la distorsione che la nostra mente crea nel valutare fatti e avvenimenti, partendo da una serie di esperienze e conoscenze personali. Se si parla di musica, come in questo caso, il Bias cognitivo potrebbe essere la distorsione che si crea nel valutare una nuova versione di un brano.
2) Qual è stato il tuo percorso formativo?
L’amore per la musica me l’ha trasmesso inizialmente mio padre, suonando la chitarra e mandandomi a lezione di pianoforte quando avevo 6 anni. Poi ho studiato chitarra, batteria, passando per la computer music. Per più di 10 anni ho suonato in diverse band dell’underground bolognese, poi ho pubblicato 2 dischi da solista con lo pseudonimo di Ex Novo, e infine questo nuovo progetto BIAS.
3) “Buio” è uscito il 16 maggio del 2022, puoi parlarci di questo singolo?
Avevo già pubblicato BUIO nel 2016, sul debut album di Ex Novo. È un brano a cui sono molto affezionato perché nasce da un testo di Fabrizio Rubini, un artista bolognese che per anni è stato il cantante della band in cui suonava mio padre, ed ha contribuito alla mia crescita e formazione musicale. Durante il lockdown ho riaperto il progetto audio di BUIO che avevo ancora salvato nel computer e ho rimesso mano all’arrangiamento. Così è nata questa nuova versione, di cui sono molto soddisfatto e credo sia più efficace della precedente.
4) Attualmente, è difficile pubblicare un disco, un EP, un singolo o un videoclip?
Culturalmente parlando provengo dal punk/hardcore, ed ho sempre sposato la mentalità Do it Yourself (DIY). Mi sono sempre arrangiato in tutto cercando di capire come muovermi a seconda delle varie fasi. Ho iniziato il mio percorso discografico nei primi anni 2000 ed andavo in Posta a spedire i CD demo alle etichette discografiche. I costi per lo studio di registrazione erano altissimi, così come era costoso pubblicare un album, per non parlare di un videoclip. Oggi con un computer si può fare praticamente tutto da casa.
5) Quanto di personale c’è nei tuoi pezzi?
BIAS è un progetto solista, indipendente ed autoprodotto. Le collaborazioni che ho fatto per alcuni testi o per il mixaggio sono comunque collaborazioni con persone molto intime. E proprio per questa intimità voglio concentrare l’attenzione solo ed esclusivamente sulla mia musica. Questo come potete vedere si rileva anche nella comunicazione che faccio sui social, nelle grafiche e nei videoclip che ho realizzato. Nella cultura dominante, quella dell’apparenza, in cui l’immagine vale più del contenuto, io faccio “solo” Musica.
6) Sei un cantautore che scrive molti pezzi oppure hanno difficoltà a nascere?
Direi che sono sempre stato abbastanza prolifico ma vorrei avere più tempo da dedicare alla musica. La genesi di un brano varia da canzone a canzone. Alcune nascono da un giro di chitarra, altre da un suono di synth, altre da una frase che mi viene in mente. Non ho un approccio creativo rigido e standard.
7) Che attrezzatura usi per comporre le tue tracce?
Come DAW uso ancora Digital Performer (credo di essere rimasto uno dei pochi!!!) con una scheda audio Motu 8 I/O. Ho un paio di synth della Roland con cui faccio l’80% delle tastiere (il resto con dei plugin), una Fender Telecaster, una chitarra acustica Ovation Adamas, una batteria elettronica Yamaha DTX-Multi12 e un microfono Rode NT1-A.
8) Oggi forse più di ieri c’è una contaminazione dei generi. Pensi che la musica si sia aperta al mondo?
La musica migliore nasce dalla contaminazione di generi.
9) Come giudichi l’uso della tecnologia e dei social media al servizio della musica?
La tecnologia è una risorsa potentissima per la musica. Anche i social potrebbero esserlo ma dipende dall’uso che se ne fa. Io personalmente tendo a disinteressarmi di un’artista se è troppo presente e insistente sui social. Per questo mantengo una comunicazione molto fredda e vi posso garantire che nessun social media manager mi convincerà mai del contrario.
10) Cosa ne pensi della Loudness War e dell’intensivo utilizzo della compressione dinamica?
Personalmente mi interessa poco a livello musicale, per quanto mi dia molto fastidio il volume altissimo e sproporzionato delle pubblicità.
11) Il ruolo del cantautore è sempre stato soggetto a cambiamenti. Qual è la tua opinione sui compiti (ad esempio politici / sociali / creativi) degli artisti di oggi e come raggiungi questi obiettivi nel tuo lavoro?
Citando Vasco Rossi “non si può ingabbiare l’arte, non si può mettere sotto processo l’artista per quello che racconta. Perché non è lui che inventa la realtà che racconta, la realtà esiste. L’arte, anche quella più provocatoria, non deve essere censurata per paura che mostri dei lati spiacevoli, oscuri, anche sbagliati, del mondo, deve servire proprio come segnale di quello che non va.“
12) Che consigli daresti ai nuovi artisti che desidererebbero emergere?
Non preoccupatevi di emergere.
13) Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Al momento non ho un progetto discografico. Ho dei brani che sto ultimando e pubblicherò nei prossimi mesi. Per ora è tutto.