INTERVISTA ESCLUSIVA AGLI ANIMANOIR

La band nasce a Lecce nel 2019, come progetto artistico di musica inedita, risentendo profondamente di influenze alternative rock internazionali e convivendo con stratificazioni melodiche dall’immediatezza mai banale. Le precedenti attività musicali dei singoli componenti hanno visto condividere il palco con artisti del calibro di Marlene Kuntz, Blonde Redhead, Teatro degli Orrori, Francesco di Bella, partecipare a Festival ed eventi come Sanremo Rock e Tim tour passando tra composizioni di colonne sonore per il cinema a collaborazioni elettroniche. Il background della band ha quindi portato in dote un’enorme varietà di esperienze sia in studio che live, garantendo ad ogni brano una forte identità personale. “Un modo semplice” è il singolo d’esordio della band leccese Animanoir, che anticipa l’uscita del primo album “La Ragnatela”, disponibile dal 20 gennaio 2023 su tutte le piattaforme digitali ed in rotazione radio, distribuito da Alka Record Label.

RINGRAZIAMO LA BAND LECCESE PER AVERCI CONCESSO QUEST’INTERVISTA

1) Com’è nato il nome della vostra band? Potreste raccontarci anche un po’ la storia della vostra band?
Animanoir suonava bene e descriveva in una sola parola un immaginario che ci sta a cuore. Siamo una band di Lecce nata nel 2019. Abbiamo lavorato tanto per crearci un sound nostro… speriamo di esserci riusciti. Il processo creativo è stato tanto lungo quanto entusiasmante… e adesso abbiamo un album in uscita e stiamo già lavorando al secondo disco.

2) C’è stato qualche episodio particolare che vi ha fatto sentire il bisogno di scrivere le vostre canzoni? Qual è stato il vostro percorso formativo e che cosa vi ha influenzato di più?
Non un singolo episodio… ma un’esperienza reale vissuta si…assolutamente. I brani sono permeati di emozioni reali. Il percorso formativo dei singoli membri della band è molto lungo con esperienze live e di studio. Di sicuro il background di migliaia di dischi ascoltati e studiati… e le centinaia di serate e concerti hanno portato alla realtà attuale. Che ci piace tanto e la stiamo assaporando.

3) Il vostro album d’esordio “La Ragnatela” uscirà il 24 febbraio del 2023, potete parlarci di questo lavoro?
Il primo disco racconta l’impatto molto forte di un cambiamento… la disgregazione di un rapporto e di un mondo e la nascita di un altro. Il dolore e la malinconia di una perdita… e la detonazione di un nuovo inizio. È un lavoro musicalmente molto stratificato… alcune canzoni non suonano come dovrebbero… visto il tema trattato… ma è una dicotomia che ci piace.

4) Quanto tempo ha richiesto la realizzazione del disco?
Un anno di scrittura e circa un anno di sala prove e arrangiamenti. Poi un mese di studio tra incisioni in presa diretta … sovraincisioni… mixaggio e mastering. Mi piace molto il fatto che le tracce base sono registrate live in studio… ha dato molto immediatezza alle esecuzioni. Molto anni 60

5) Attualmente, è difficile pubblicare: un disco, un EP, un singolo o un videoclip?
Scrivere buon materiale è sempre molto difficile. Registrarlo… di questi tempi… è abbastanza semplice. Pubblicarlo mediamente difficile. Farsi ascoltare con attenzione e interesse difficilissimo. Il formato è indifferente.

6) Come avete affrontando il precedente stato d’emergenza da virus SARS-CoV-2 e cosa provate per l’attuale abbattimento delle restrizioni?
Ho già dimenticato… preferisco. Periodo orribile. Sono… e siamo… esseri umani… per natura attratti dalle relazioni sociali.

7) Quali sono i vostri pezzi che più vi rappresentano?
Parlo per me… Ragnatela… Non funziona così… Vendetta… Senza Rete.

8) Quanto di personale c’è nelle vostre canzoni?
Tutto è personale… ahahahah…

9) Siete una band che scrive molti pezzi oppure hanno difficoltà a nascere?
Sì… scriviamo tanto e il motivo me lo ha insegnato Jackson Browne che alla domanda “Come si scrive una buona canzone?” rispose… “Scrivine tante”. Ecco.

10) Cosa significano per voi improvvisazione e composizione e quali sono, per voi, i loro rispettivi meriti?
Ho spesso pensato a questo tema e la realtà è che dipende dai generi. Rick Wright raccontava di come, agli inizi della loro carriera, potevano stare 20 minuti ad improvvisare su un La minore…in attesa di un’illuminazione. Nel rock più duro e nel metal invece non funziona molto la cosa… il metal è musica scritta… non credo che Reign in Blood sia uscito fuori da una jam. Io la penso così.

11) Che attrezzatura usate per comporre la vostra musica?
Molto classica… ampli valvolari e strumenti acustici. Poi il nostro caro Deru (Antonio… il tastierista) si occupa della parte di inserti elettronici e arrangiamenti… oltre a suonare il piano naturalmente.

12) Oggi forse più di ieri c’è una contaminazione dei generi. Pensate che la musica si sia aperta al mondo?
Su questo… temo di non essere d’accordo. C’era più contaminazione nel 1969 o nel 1992 che ora… se intendiamo contaminazione messa al servizio della composizione. E soprattutto l’ascolto di un album o di una nuova idea musicale era un’esperienza collettiva che impattava su tutto. Ora trovare un ascoltatore di musica (e parliamo di appassionati eh…non ne parliamo dell’utente medio) che ascolti un DISCO dall’inizio…alla fine… è un’impresa titanica.

13) Come giudicate l’uso della tecnologia e dei social media al servizio della musica?
Lo giudichiamo utile… ma se la musica non tornerà ad essere un’industria totale diventerà sempre più un passatempo frivolo più che una fiamma che brucia. A marzo sono tutti in attesa della celebrazione dei 50 anni di Dark Side. Fra 50 anni ci sarà qualcuno che aspetterà i 50 anni di qualche album del 2023?…. se sì… indicatemelo per favore (sorriso). Ahimè’… non credo

14) Cosa ne pensate della Loudness War e dell’intensivo utilizzo della compressione dinamica utilizzata nelle tracce audio contemporanee?
A scrivere queste risposte non è il più tecnologico della band… ma glielo chiederò (sorriso)

15) Il ruolo dei cantautori e delle band è sempre stato soggetto a cambiamenti. Qual è la vostra opinione sui compiti (ad esempio politici / sociali / creativi) degli artisti di oggi e come raggiungi questi obiettivi nel vostro lavoro?
Il cantautorato è molto diverso come intenzione da altre forme musicali… io personalmente apprezzo molto l’impegno lirico dei testi ma a certe condizioni. Che poi è la condizione suprema con la quale misuro personalmente un artista… la credibilità. Che siano gli Slipknot o De Andre’ mi piace quando un artista mi racconta qualcosa… e gli credo.

16) Che consigli dareste ai nuovi artisti che desidererebbero emergere?
Scrivere canzoni e suonarle dal vivo. E soprattutto…studiare…ascoltare chi ha fatto musica prima di noi. Imparare… sempre.

17) Gli artisti spesso vivono immersi nelle emozioni del presente. Il futuro vi spaventa? Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Il presente è l’unica realtà… ma il futuro è affascinante. La sfida è vita. Si vive per l’emozione dell’attimo. Adesso. E in futuro.

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