
THE MUSICWAY MAGAZINE
INTERVISTA A FLAVIO CUCCURULLO
Benvenuto e grazie per questa intervista.
1. Chi è Flavio Cuccurullo oggi, dopo aver già pubblicato 3 album?
È sicuramente una domanda molto difficile, sicuramente però penso che rispetto il passato sono riuscito a liberarmi di molte “zavorre” che, anche musicalmente, necessitavano di essere metabolizzate. Credo che dopo 3 album ho imparato ad essere più riflessivo e sobrio nel modo di fare musica e questo è anche il motivo per cui sento che questo terzo album forse è quello fino ad ora più “autentico” e spogliato da costrutti esterni.
2. Dove ti collochi musicalmente?
Credo di poter dire di sentirmi estremamente aperto musicalmente e quindi di non avere una specifica collocazione all’interno dei generi, che di per sé sono uno strumento di catalogazione. Accolgo tutte le idee sonore che mi entusiasmano e credo fermamente nella musica come specchio della trasformazione di chi la fa e strumento della trasformazione di chi la ascolta. Nonostante credo sia evidente l’aspetto “cinematico” della mia musica, devo dire che per me i suoni al momento sono solo coordinate per muovermi all’interno di un determinato spazio di tempo, ad una certa altezza e ad una particolare intensità.
3. È da poco uscito il tuo nuovo disco “God Shaped Hole”, puoi raccontarci qualcosa?
God Shaped Hole è un viaggio sonoro all’interno di quel “qualcosa” che io definisco “il luogo del sentire”. Quello spazio all’interno di noi stessi che è simultaneamente vuoto e pieno e che attraverso la ricerca possiamo essere in grado di definire al di là delle apparenze. Con questo mantra ho cercato di condensare le mie energie creative in delle tracce che potessero essere lo specchio del cambiamento che avrei voluto vedere al di fuori di me stesso.
4. Quando nasce questo lavoro?
Questo disco ha avuto un tempo di incubazione e gestazione molto lungo e nasce dall’esigenza, tutta introspettiva, di mettere al mondo parti di me che non comprendevo bene dall’interno. Forse non a caso ho impiegato 3 anni per finirlo, ma in buona parte è nato del periodo di stravolgimento che tutti noi abbiamo vissuto. È stato un procedere molto naturale, senza forzature o elucubrazioni. I brani, come sempre, si scrivono solo nel momento in cui essi decidono di essere scritti.
5. Come si affronta la produzione di un disco oggi?
Oggi giorno grazie alle tecnologie che abbiamo a disposizione, il modo di fare musica è cambiato radicalmente (non entro nel merito della questione se sia meglio o peggio). Per quanto mi riguarda, provenendo dal mondo della musica per film, sono abituato a curare ogni fase della realizzazione di un disco, a partire dalle prime bozze fino al mastering finale. Ovviamente durante il processo è necessaria una grande dose di autocritica e ponderazione, soprattutto perché spesso, lavorando a qualcosa di proprio, è più facile accarezzare l’idea che si ha di sé piuttosto che accettare determinati problemi relativi all’aspetto produttivo. In tal senso è utile avere amici fidati e orecchie fresche d’ascolto per suggerimenti e critiche costruttive!.
6. La pausa forzata dalla pandemia ha stimolato la tua creatività?
Assolutamente sì, anzi, in qualche modo credo che sia stata la giusta leva per molte persone al fine di guardare la quotidianità con occhi diversi e rendersi conto di quanta bellezza spesso abbiamo sotto il naso senza rendercene conto.
7. Qual è il tuo rapporto con le nuove tecnologie?
Ho un ottimo rapporto con le nuove tecnologie in ambito musicale. Trovo davvero affascinante osservare che, nonostante lo zeitgesit della tecnologia sia sempre più tracotante, alla fine i musicisti di oggi tendano a quel ritorno al “vintage” o “analogico”, come si suol dire, che porta in sé tutta la dose di nostalgia tipica del nostro tempo. Credo anche però che, come qualsiasi strumento, la tecnologia debba essere sempre usata con intelligenza.
8. Spesso gli artisti vivono immersi nelle emozioni del presente. Il futuro ti spaventa? Che progetti hai in proposito?
La verità è che il futuro spaventa tutti e chi dice il contrario spesso mente. Credo fermamente che siamo i creatori della nostra realtà e che questa in fin dei conti è solo il collasso casuale delle volontà dell’umanità intera, in cui noi abbiamo una minima parte. Attualmente sono a lavoro su diverse colonne sonore per produzioni sia Italiane che estere e sicuramente è in cantiere di portare l’album dal vivo in tour, ovviamente affiancato dei fantastici musicisti che mi hanno aiutato nella creazione di questo percorso. Stay Tuned!.
Ti ringraziamo per il tempo che ci hai dedicato.