
Carovana Tabù è una band formata da otto giovani musicisti provenienti da tutta Italia. La loro peculiarità è il sound che nasce dalla commistione di diversi generi che spazia dal funk, passando per il jazz e il soul. Il percorso di formazione individuale della maggior parte dei componenti è di impronta classica. Successivamente è stato scelto un corso di studi in jazz e in popular music. La band è formata da Stefano Proietti – Pianoforte, Tastiere e Arrangiamenti, Andrea Albini – Chitarra acustica ed elettrica, Nicole Brandini – Basso elettrico Davide Di Giuseppe – Batteria, Live Electronics e Arrangiamenti Giacomo Cazzaro – Sax Alto, Arrangiamenti Federico Limardo – Sax Tenore e Soprano, Tony Santoruvo – Tromba e Flicorno, Giulio Tullio – Trombone. I componenti della formazione, come musicisti individuali, hanno collaborato e partecipato a diverse trasmissioni televisive, festival e tour, tra cui Sanremo Young, Festival Show, Ballata per Genova, Amici di Maria De Filippi, Umbria Jazz, lo spettacolo teatrale di Elio su Jannacci intitolato “Ci vuole orecchio”, durante le quali hanno avuto l’onore di collaborare con diversi artisti di diverso spessore e genere, come: Fabrizio Bosso, Davide Pezzin, Eric Marienthal, Rosario Giuliani, Stefano “Elio” Belisari, Massimo Ranieri, Gino Paoli, Arisa, Marco Masini, Rita Pavone, Noemi, Enrico Ruggeri, Ron, Sergio Cammariere, Gigi D’Alessio, Mahmood, Riccardo Cocciante, Andrea Tofanelli, Simon Le Bon, Europe, Ted Neeley, John Travolta e molti altri. Nel 2020 la band si classifica come finalista al concorso nazionale “Tomorrow’s Jazz Festival 2020”, tenutosi presso il Teatro La Fenice di Venezia. Da maggio 2022 inoltre la band ha iniziato un progetto di collaborazione con Fabio Concato.

RINGRAZIAMO LA INDIE BAND PER AVERCI CONCESSO QUEST”INTERVISTA

1) Com’è nato il nome della band? Potreste raccontarci un po’ di voi?
Il nome della band nasce per descrivere una formazione di otto giovani musicisti, provenienti da tutta Italia (da qui la parola “Carovana”), con l’intento di miscelare il jazz, la musica classica, ed il soul (così come altri generi affini alla musica moderna) per ottenere uno stile che vada a “sfatare” i tabù che appartengono alla retorica di ogni singolo genere musicale; cercare e trovare quindi l’autenticità, nella diversità.
2) C’è stato qualche episodio particolare che vi ha fatto sentire il bisogno di scrivere le vostre canzoni? Qual è stato il vostro percorso formativo e che cosa vi ha influenzato di più?
Proveniamo tutti da studi accademici di stampo classico e/o jazzistico in Conservatorio, ognuno di noi segue ed ha diverse influenze musicali che partono dalla musica romantica di Chopin o Debussy, passano attraverso lo swing di fine anni ’20 di Duke Ellington o le aspre dissonanze di Stravinsky sino ad arrivare al jazz più contemporaneo di Brad Mehldau, o ancora il rock alternativo ed elettronico dei Muse. Grazie a questo intenso fluire di correnti artistiche diverse, abbiamo deciso di dare un’identità a tutto ciò che ci rappresenta, cercando tramite i nostri brani, o arrangiamenti di brani già noti, un’identità collettiva che ci desse modo di sperimentare un percorso espressivo più personale.
3) “Miles To Go” è uscito il 30 settembre del 2022, potete parlarci di questo lavoro discografico e di Point Of View?
Andando con ordine, Point Of View, uscito nel 2020, è una raccolta di brani scelti, tra i più celebri, appartenenti al repertorio jazzistico e leggero, filtrati secondo il nostro punto di vista, sonoro ed emotivo; il disco contiene otto tracce che vedono la collaborazione di artisti nazionali ed internazionali come Davide Pezzin, Fabrizio Bosso ed Eric Marienthal. Miles To Go, rappresenta invece un omaggio a Miles Davis; un artista che ha saputo lasciare il segno, nonché influenzare le generazioni successive a lui, nei molteplici stili in cui ha operato: dal jazz più tradizionale al rock meno conformista e più alternativo. Il disco è rappresentato da una Suite di sette brani scelti tra i grandi classici di Davis, seguita da 3 nostri inediti, ispirati a loro volta da 3 quadri dipinti da Miles stesso; l’intero album è contraddistinto dalla presenza eccezionale del trombettista di fama internazionale Fabrizio Bosso. In entrambi i dischi gli arrangiamenti sono stati scritti e curati da Stefano Proietti, pianista e tastierista della formazione.
4) Quanto tempo ha richiesto la realizzazione dei dischi?
Entrambi i dischi hanno richiesto un periodo di realizzazione, partendo dalle prime idee di stesura sino ad arrivare alla registrazione e pubblicazione stessa delle tracce, di circa due anni interi di lavoro; nel caso di Miles To Go vi fu la pandemia di mezzo e siamo orgogliosi di aver presentato questo ultimo lavoro, frutto di comunicazione continua e profonda, anche a distanza.
5) Attualmente, è difficile pubblicare un disco, un EP, un singolo o un videoclip?
Una domanda, questa, a cui è sicuramente difficile rispondere in poche parole, forse tutto dipende dall’organizzazione personale di ognuno; viviamo in un mondo dove bastano pochi attimi e click per pubblicare un prodotto artistico, proprio però per queste caratteristiche così accessibili siamo in molti a trovarci sulla stessa barca, ogni occasione di renderci visibili agli occhi del pubblico è un’occasione in più per emergere; nel nostro caso siamo grati a tutto lo staff di Icona Music per occuparsi di molti aspetti di questo ambito, non semplice da solcare e sempre imprevedibile.
6) Quanto di personale c’è nei vostri brani?
Ogni brano che porta la firma di Carovana Tabù è la nostra più personale espressione o visione musicale riguardante la composizione trattata, nostra o di terzi che sia; oggi più che mai molte cover di brani famosi sono sotto gli occhi di tutti, il nostro è più un intento espressivo volto alla ricerca di un sound nuovo, un’espressione artistica maggiormente interiore.
7) Siete una band che scrive molti pezzi oppure hanno difficoltà a nascere?
Ogni nostro brano nasce da un’ispirazione soggettiva, collettiva o individuale, e non ha precisi tempi di ricerca o realizzazione; gli ultimi esempi sono stati per noi tre quadri in particolare realizzati da Miles Davis, dai quali siamo rimasti affascinati e suggestionati al punto da realizzare tre nostre “risposte” musicali in merito, ecco così la nascita di New York By Night, Dancer e Roots.
8) Cosa significano per voi improvvisazione e composizione, quali sono per voi i loro rispettivi meriti?
Improvvisazione e composizione sono sicuramente due facce della stessa medaglia; non siamo i primi a sostenere che con Improvvisazione si intenda una sorta di composizione istantanea, dove la razionalità tecnica dell’esecutore si fonde con l’estro dettato dall’ispirazione del singolo momento, vissuto in quel preciso istante e quindi diverso da tutti i restanti che seguiranno nell’esecuzione. Si potrebbe dire forse il contrario per quanto riguarda il termine Composizione, con cui si intende la ricerca razionale nel tempo dell’artista nel mettere nero su bianco ciò che ha in mente, questo filtrato da una precisa tecnica studiata ed affinata negli anni, seguita ed ultimata poi da ciò che gli suggerisce un Io più interiore, quindi il gusto personale.
9) Cosa ne pensate della Loudness War e dell’intensivo utilizzo della compressione dinamica utilizzata nelle tracce audio?
L’utilizzo della dinamica all’interno di un brano musicale è storicamente il miglior modo per dare varietà e colore alla musica riprodotta; nel momento in cui questa viene a mancare, si recide sensibilmente la possibilità di trasmettere nel dettaglio ciò che l’esecutore vuole trasmettere all’ascoltatore. È sicuramente paradossale come in un mondo come quello di oggi, dove le produzioni musicali sono sempre più qualitativamente ricercate, si vada a ridurre drasticamente la possibilità di sentire le minime sfaccettature che compongono un brano musicale; è sempre l’insieme dei dettagli più piccoli che fa grande un’opera d’arte.
10) Che consigli dareste ai nuovi artisti che desidererebbero emergere?
Al giorno d’oggi il miglior consiglio che possiamo dare è lo stesso che cerchiamo di seguire noi sin da quando abbiamo mosso i primi passi come gruppo: seguire le proprie ispirazioni anche se controtendenza purché personali e realmente espressive, cercare la propria voce in mezzo a quella di tanti, guardandosi sì intorno ma nel tentativo di distinguersi; non smettere mai di voler creare qualcosa di bello e significativo, per sé e per chi ascolta.
11) Gli artisti spesso vivono immersi nelle emozioni del presente. Il futuro vi spaventa? Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Il futuro fa parte di una di quelle incognite di cui non possiamo avere risposta attualmente, cerchiamo quindi di fare in modo che il presente che stiamo vivendo sia quanto di più fertile e creativamente produttivo possibile, nella speranza di poterci riascoltare con più esperienza sulle spalle un domani. Per il futuro confidiamo e non vediamo l’ora di riproporre dal vivo gli spettacoli già portati sul palco con il tour di Miles To Go insieme a Fabrizio Bosso; ci attendono inoltre nuovi e fortunati incontri con il celebre cantautore italiano Fabio Concato, con il quale siamo estremamente orgogliosi di collaborare.