Un caloroso saluto a tutti i nostri lettori, oggi vi presentiamo “Tríptiko”, concerto multimediale ispirato alle opere di Hieronymus Bosch contenute nel Museo del Prado, ideato nel 2019 dalla band Fernweh in collaborazione con il video artista Rino Stefano Tagliafierro e lo studio milanese di visual design Karmachina. Il disco è stato autoprodotto il 24 febbraio del 2023. “Tríptiko”, sovrasta gli ascoltatori con acume e dolcezza, restituendoci quindici tracce sonore: mozzafiato, oniriche, contemplative e significative. Per chi volesse a tutti i costi dei riferimenti musicali, possiamo dirvi che i Fernweh sono alla stregua di: Low Roar, Kraftwerk, Uematsu Nobuo, Hans Zimmer, Chris Hülsbeck, Senbongi Misao, Uchiyama Shusaku, Makino Tadayoshi, Reich & Würden, Minegishi Toru, Ueda Masami, Maeda Saori, Ōta Asuka e Shimomura Yoko. Le musiche composte dai Fernweh per Triptíko sono di genere ambient pop e attingono alle infinite ispirazioni sonore che possono provenire dai dipinti di Bosch. L’album cerca di esprimere il dualismo tra Rinascimento e contemporaneità, tra realtà e visione, partendo dalla musica del tempo e del luogo – trovando in Josquin Desprez un punto di riferimento – e trasponendola nella contemporaneità attraverso lo sviluppo e la frammentazione delle costruzioni melodiche e armoniche, le sonorità elettroniche e il sound design. “Tríptiko” è un album eccelso, mirato per un ascolto denso e distensivo, l’acustica è immersiva e proficua, tanto da donare all’ascoltatore emozioni sentite e amare, un po’ come la vita di ogni essere umano. “Tríptiko” è un lavoro discografico che da sfogo alla libera interpretazione, offrendo però un innato e piacevole senso di comfort zone agli ascoltatori. La comfort zone è data sicuramente dagli immensi, lodevoli e ascetici synth che possiamo ascoltare durante tutti i trenta minuti di questo splendido lavoro discografico, risultando al tempo stesso cullanti e in rari casi magistralmente cupi. L’altro punto di forza di “Tríptiko”, è dato dal fatto che si applicano composizioni in cui non viene usata la teoria musicale ma solo i suoi sensi per creare suoni che trasmettono emotività ed empatia all’ascoltatore. In conclusione Fernweh e “Tríptiko”, sono promossi a pieni voti, ciò è dovuto dall’immediatezza d’ascolto e la sobrietà musicale contenuta in “Tríptiko”. In definitiva possiamo affermare con enorme gioia che “Tríptiko”, è un album suggestivo, affascinante e intenso, meglio di così non si può, è il massimo della bellezza musicale elettronica, congratulazioni ai Fernweh!.
