INTERVISTA ESCLUSIVA ALLA CANTAUTRICE CIDIBI

Chiara De Benedittis, in arte CIDIBI, è una ragazza di soli 18 anni che vive a Inverigo, in provincia di Como. Frequenta la quinta del liceo scientifico a Carate e il suo tempo libero lo dedica interamente alla musica, alla lettura e scrittura, e allo sport. A 6 anni si è appassionata al pianoforte, e da quel momento non l’ha più lasciato. Ha svolto le lezioni nelle tre scuole di Inverigo, Oggiono e Seveso fino ai 17 anni, finché ha capito che il solo studio della musica classica non la soddisfaceva più: aveva bisogno di suonare un genere più moderno e vario, e soprattutto voleva farlo con altri musicisti. Così decide, nel settembre del 2021, di formare una band. Sono in nove, gruppo molto numeroso, e suonano ogni settimana per un anno, esibendosi in bar, oratori, piccoli festival e ristoranti. Nella band Chiara ha il ruolo di tastierista e talvolta di seconde voci. Però, nel frattempo inizia a comporre sua musica e scrivere testi di diverse canzoni, e capisce che anche la band non le basta: ha bisogno di uno spazio tutto suo dove far emergere la voce che per tanto ha tenuta nascosta. CIDIBI suona ancora con la band occasionalmente, ma a oggi il progetto più importante in termini musicali è per lei la pubblicazione dei suoi singoli, a cui dedica la maggior parte del suo tempo libero. Il 23 febbraio 2023 riesce finalmente a pubblicare il suo primo brano su tutte le piattaforme digitali: “Settembre”, e spera sia soltanto l’inizio di un lungo percorso.

RINGRAZIAMO LA CANTAUTRICE PER AVERCI CONCESSO QUEST’INTERVISTA

1) Com’è nato il nome d’arte? Puoi raccontarci un po’ di te?

“Cidibi”, il mio nome d’arte, riprende le tre iniziali del mio nome e cognome. L’idea di chiamarmi così in arte mi è venuta solo qualche mese fa, ma credo che l’idea risale a anni fa, quando alle medie ci si chiamava con le iniziali. Faceva figo, e mi è sempre piaciuto che “Cidibi” rispetto a moltissimi altri soprannomi aveva tre lettere, e per me è sempre suonato bene. È una piccolezza, però mi ha contraddistinta sempre dagli altri.

2) C’è stato qualche episodio particolare che ti ha fatto sentire il bisogno di scrivere il tuo singolo?

Durante tutta la mia adolescenza ho cercato di lottare per raggiungere una stabilità e un equilibrio interiore, ma soprattutto mi sono circondata di persone fisse che mi volessero davvero bene. Pensavo che a quel punto il “per sempre” fosse assicurato. Ma a un certo punto tutto è cambiato e ho dovuto prendere delle scelte. La vita mi ha presa alla sprovvista e mi sono sentita confusa e disarmata. “Settembre” nasce dall’esigenza di raccontare questa confusione provata.

3) Qual è stato il tuo percorso formativo?

Ho iniziato a suonare il pianoforte da quando ero alle elementari e da lì non ho più smesso, è sempre stata una passione grande di cui non potevo fare a meno. Ha assunto negli anni però sfumature molto diverse… sono passata dal suonare solo brani classici, all’appassionarmi a brani più contemporanei e ad imparare a suonare gli accordi da autodidatta. Ho smesso quindi di fare lezione e ho cominciato a dare spazio alla scrittura di canzoni, che partono sempre da voce e pianoforte, e su cui poi lavoro per una strumentale più completa. Suono anche in una band da un paio di anni, cosa che mi ha fatto capire quanto la musica sia in grado di legare le persone, sia noi come gruppo ma anche noi e le persone per cui suoniamo. La musica per me è solo divertimento e passione. Non esistono schemi e neanche regole, ed è per questo che mi piace anche improvvisare e sperimentare quando suono. La lettura di spartiti classici, per quanto arricchente fosse, non mi bastava più.

4) Quanto tempo ha richiesto la realizzazione del singolo?

Ho scritto il singolo ad inizio ottobre 2023 e l’ho pubblicato il 23 febbraio 2023. Quindi da quel momento 4 mesi. Però in realtà ho iniziato a registrare in studio solo a metà novembre perché prima mi stavo concentrando su un’altra canzone. Durante quei tre mesi sono andata poche volte a registrare perché, sia per me che per il mio collega compositore Giulio Gianni, è stato difficile conciliare scuola, allenamenti e musica. Ci siamo presi quindi il tempo che ci serviva per poter realizzare una buona canzone senza fretta. “Settembre” è stato uno dei nostri primi lavori insieme, ma ora che abbiamo spianato la strada sono sicura che ci verrà più facile e veloce lavorare ad altri progetti.

5) Attualmente, è difficile pubblicare: un disco, un EP, un singolo o un videoclip?

Io ho pubblicato il singolo senza videoclip, perché è la mia prima esperienza. Personalmente non l’ho trovato difficile, anzi è stato più semplice di quanto immaginassi. È ovvio però che pubblicare un EP o creare il videoclip sia decisamente più complesso a livello di impegno e tempo.

6) Quanto di personale c’è nel singolo?

Tutto. Finora non sono ancora riuscita a scrivere qualcosa che non mi riguardasse o toccasse. Se parlo di altre persone, lo faccio in relazione a me; se affronto un tema più generale, lo faccio comunque basandomi su quella che è la mia esperienza. Non per egocentrismo, ma perché mi viene molto più facile scrivere facendomi trasportare dalle mie emozioni piuttosto che dalle cose o situazioni non vissute.

7) Sei una cantautrice che scrive molti pezzi oppure hanno difficoltà a nascere?

Scrivo moltissimo. Quasi tutti i giorni appunto mie frasi e pensieri sul fedele quadernetto. A volte rimangono tali, ma più spesso diventano l’inizio di testi di canzoni. È diventata una necessità vera e propria, scrivere mi fa mettere ordine ai pensieri e talvolta mi aiuta a chiudere capitoli di vita.

8) Da dove trai ispirazione? Hai qualche tipo di rituale prima di iniziare a comporre?

L’ispirazione più grande per me è la natura. Spesso vado con un telo, l’ukulele e un quadernetto in un prato grande vicino a casa mia, e sto lì ore intere a guardare le persone che camminano per mano o i cani che corrono liberi, e mi sembra sempre un quadro perfetto con il prato verde, il cielo azzurro e gli uccellini che volano. Questo mi dà un senso di profonda pace e mi riporta sempre all’essenza della vita: la natura e le piccole cose. Il più delle volte è questa sensazione che mi permette di iniziare a scrivere col cuore aperto.

9) Come reagisci quando hai un blocco creativo?

Semplicemente lo assecondo. Mi piace che anche la musica abbia i suoi momenti, e secondo me per scrivere il vero bisognerebbe aspettarli e rispettarli. Non mi succede spesso, però è capitato che ci fossero settimane in cui non mi andava proprio di fermarmi e mettere giù i miei pensieri e altre in cui non potevo farne a meno.

10) Gli artisti spesso vivono immersi nelle emozioni del presente. Il futuro ti spaventa? Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Nella fase di vita in cui sono, la quinta superiore, il futuro dovrebbe spaventare particolarmente. Però io devo riconoscere che la lotta con il futuro l’ho fatta più durante l’adolescenza, quando sono salite a galla le prime domande esistenziali. Le più erano incentrate sul futuro appunto, che mi faceva paura perché ignoto, ma in cui allo stesso tempo ponevo la felicità che in quel momento non riuscivo a raggiungere. Ora credo invece di non averne paura perché semplicemente non lo considero se non in minima parte. Vivo appieno l’attimo in cui sono e cerco di riconoscerne la preziosità. Questo mi basta per essere felice. Non mi piace darmi per vinta e quindi pensare che quel che ho ora non mi basta. Certo però, che il futuro è importante per i sogni, che coltivo con cura e che per forza vanno proiettati in un tempo che verrà, sapendo però che è il presente il momento per iniziare a muovere piccoli passi per la realizzazione di essi. Io vorrei studiare e seguire un corso di laurea l’anno prossimo, portando ovviamente sempre avanti il progetto musicale. Per quanto riguarda quest’ultimo, sto già lavorando ad altre due canzoni, che usciranno rispettivamente una circa a maggio e una dopo l’estate. Sono sicura di voler continuare a pubblicare canzoni perché è un modo per arrivare alle persone e parlare al mondo. Fare musica è un modo per stare bene con sé stessi ma anche per aiutare gli altri. L’idea che un’altra persona possa emozionarsi o riconoscersi nel testo di una mia canzone mi dà la motivazione per continuare a scrivere ogni volta.

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