INTERVISTA ESCLUSIVA A LUKE PARIS

Luca Rotoni, in arte Luke Paris, è un artista Rock atipico nel suo percorso di vita e di carriera musicale. Musicalmente, Luke è cresciuto con la musica di Elvis, Beatles, Rolling Stones, Bruce Springsteen e OASIS. Dopo una prima parte di vita dove una carriera Rock si profilava, Luke ha deciso di partire verso altre attività per diversi anni. Alla veglia della pandemia COVID fine 2019, l’istinto Rock ha bussato alla porta della sua vita più forte che mai ed è stato impossibile resistergli. Con una sonorità direttamente uscita dalla pura tradizione Rock energico inglese/americano, Luke racconta storie di vita dove la positività è sempre al centro dei suoi testi. Tra pezzi rock dalle chitarre sfrenate e ballate che vi trasportano in altri universi, Luke Paris è una nuova proposta del Rock internazionale. Esce il 14 ottobre 2022, “Falling like a lover” il singolo, che anticipa il primo album “Another Dance” del cantautore, distribuito da (R)esisto. Produzione artistica Michele Guberti (Massaga Produzioni), realizzato presso il Natural Headquarter Studio di Ferrara. “Christmas Gift” è il nuovo e secondo singolo, che anticipa il primo album, disponibile dal 9 dicembre 2022.

RINGRAZIAMO LUKE PARIS PER AVERCI CONCESSO QUEST’INTERVISTA

1) Com’è nato il nome d’arte? Puoi raccontarci un po’ di te?

Il nome d’artista Luke Paris è arrivato da un’idea di base di avere una sonorità anglofona perché tutte le mie canzoni sono in inglese (per parlare a tanti e non solo ai miei connazionali). Luke era immediata come scelta perché il mio vero nome è Luca. Inizialmente avrei voluto semplicemente chiamarmi Luke, ma nelle piattaforme digitali il nome d’artista Luke era già largamente utilizzato e non mi era possibile usarlo. Allora mi sono detto che da 25 anni vivevo a Parigi. Ed è cosi che è arrivato “Paris” (Parigi in inglese). Per parlare di me amo sempre condividere che nel mio universo musicale 5 artisti hanno influenzato il come devono suonare le mie canzoni e il tipo di messaggi che voglio che contengano. Questi artisti sono Elvis, The Beatles, Rolling Stones, Bruce Springsteen e gli Oasis. Soprattutto questi ultimi, comprese le realizzazioni soliste di Liam Gallagher et di suo fratello Noel con il suo gruppo “High Flying Birds”, occupano un grande spazio nel mio universo sonoro. I messaggi che questi grandi artisti mi hanno sempre ispirato, e che con grande modestia cerco di perpetrare, sono messaggi positivi, di saper sognare restando ben legati al mondo che ci circonda, storie d’amore semplici o difficili che siano, la voglia di far ballare o meditare.

2) C’è stato qualche episodio particolare che ti ha fatto sentire il bisogno di scrivere le tue canzoni? Qual è stato il tuo percorso formativo e che cosa ti ha influenzato di più?.

Nel 2017, dopo 8 anni di vuoto assoluto dalla dissoluzione degli Oasis, Liam Gallagher (ex front man degli OASIS) è ritornato alla grande con il CD “As You Were”. Un quasi miracolo, quando tutti pensavano che non l’avremmo mai più rivisto su un palco. Liam è stato di grande ispirazione per 3 motivi.

1. Il primo è legato a quello che vivevo, simile al ritiro di Liam: tanti anni lontano dalla musica anche se avevo sempre continuato a scrivere nell’idea di cantare storie di vita.

2. “R U Still Dreamin’?” per il messaggio, sotto forma di domande, di continuare a sognare sogni raggiungibili.

3. “Christmas Gift” perchè il suo senso non è materiale (Regalo di Natale) come si potrebbe credere, ma è totalmente centrato sull’amore che ogni giorno ci viene dalle persone che ci amano e che amiamo. E questo il “Christmas Gift” quotidiano che canto.

3) Il debut album “Another Dance” è uscito il 10 marzo del 2023, puoi parlarci di questo lavoro?

Volevo omaggiare i miei idoli musicali (Elvis, The Beatles, Rolling Stones, Bruce Springsteen e gli Oasis) cantando temi che mi sono cari e che mi sono stati trasmessi dalle loro opere: sempre battersi per un sogno realizzabile, tenere la positività al centro della nostra vita il meglio che si possa, parlare d’amore, anche quando la storia fa soffrire, perché senza amore la vita non ha senso. Volevo anche alternare pezzi rock che fanno rumore con ballate dai suoni più dolci e tranquilli, un po’ come gli alti e bassi della vita. Il tutto mettendo in mezzo a questo viaggio di 44 minuti (gli undici pezzi del CD) una corta canzone strumentale. Un po’ come un intermezzo. Questo disco è ugualmente l’opera di 3 grandi artisti, musicisti e arrangiatori di grandissima qualità. Il primo è Luca Pedroni, immenso chitarrista col quale condivido l’amore per le sonorità che abbiamo trascritte nel CD. Luca ha fatto la quasi totalità degli arrangiamenti partendo dalla mia versione chitarra e voce. Un lavoro fenomenale dove Luca ha anche fatto tutte le parti di basso. Il secondo artefice del CD è Michele Guberti. Michele è uno di quegli artisti cristallini che non solo sanno suonare diversi strumenti, ma hanno quell’intuizione legata al genere musicale dell’artista con cui lavorano che gli permette di essere sempre pertinenti in ogni proposta di arrangiamento. Michele ha fatto tutte le parti di tastiere, suoni aggiuntivi e ha pensato alla quasi totalità delle seconde voci sulle quali mi ha guidato in studio. Il terzo artefice è il grandissimo batterista Michele Gilioli. Cosa dire di Michele: senza che ci conoscessimo eravamo destinati a trovarci perché il suo stile energico, preciso ed originale era quello che sognavo di trovare. Ed è arrivato con Michele, come per magia.

4) Quanto tempo ha richiesto la realizzazione dei dischi?

Due o tre pezzi venivano dal passato, la prima parte della mia vita dove la musica era tutto e dappertutto. Gli altri sono arrivati nel 2019 tramite l’ispirazione del ritorno di Liam Gallagher. Poi la pandemia ha ucciso 2 anni di vita per arrivare a gennaio 2021 dove sono finalmente riuscito a entrare in studio.

5) Attualmente, è difficile pubblicare: un disco, un EP, un singolo o un videoclip?

Il modello di produzione e pubblicazione fino alla fine degli anni 2000 era semplice: una label puntava su un artista, gli proponeva un contratto, giustamente vantaggioso per la label visto che la label faceva l’investimento iniziale, e poi la label investiva di nuovo occupandosi della promozione. Il modello che ha seguito, quello in cui siamo oggi, è il “Do it Yourself” (“Fallo da solo”). L’artista deve investire il capitale necessario a finanziare la quasi totalità della produzione (artisti ingaggiati e studio). La label può alle volte investire un po’ nella produzione ma non è più la sua prerogativa. Il suo ruolo è andato ormai più verso la distribuzione. Si, oggi è più difficile pubblicare un disco, EP, un singolo o un videoclip di qualità perché l’investimento necessario è sulle spalle dell’artista. Certi diranno che fare tutto questo è più semplice oggi perché gli strumenti digitali sono più accessibili. Questa per me è una falsa apparenza perché tanti sono capaci di realizzare un prodotto (video, audio), pochi lo sanno fare con la qualità che fa la differenza. E questa qualità risiede nella qualità degli artisti che contribuiscono e degli strumenti di registrazione, mixaggio, masterizzazione. Questi elementi costituisco la più grande parte dell’investimento che, ahimè, non è più portato dalla label ma dall’artista. Meno male che esistono ancora delle label indipendenti (indipendenti dalle 3 major mondiali Universal Music, Sony Music et Warner Music) come (R)esisto, la mia label di Ferrara, che escono dalle logiche economiche di profitto spinto all’estremo e che con una team ridotta all’essenziale sa proporre soluzioni professionali a costi abbordabili. E poi, come “resistere” a una label che ha un come nome un gioco di parole così ispiratore: resistere e esistere. Eravamo fatti per incontrarci.

6) Come hai affrontato il precedente stato d’emergenza da virus SARS-CoV-2 e cosa provi per l’attuale abbattimento delle restrizioni?

Incredibile ma vero, non ho smesso di fare andate e ritorno tra Parigi (dove vivo da anni) e Milano per andare nello studio in provincia di Varese dove “partorivo” uno dei pezzi del CD (“R U Still Dreamin’?”). E questo pure nel periodo nero del Covid a Milano e città vicine (come Bergamo, Varese,…). Il periodo COVID è stato un periodo doloroso perché la mia urgenza di avanzare rapidamente dopo tanti anni di vuoto si schiantava contro il blocco quasi totale di tutte le attività. Inizio 2021 riesco a mettere in circolazione “R U Still Dreamin’?” con il piano di vedere se una label possa apprezzarla e propormi di registrarne altre canzoni. È così che tramite la piattaforma Groover la label (R)esisto di Ferrara mi ha proposto di registrare da loro. Gennaio 2022, ancora con uno strascico di COVID, sono andato a Ferrara con 10 pezzi arrangiati al 90%. Il 10% restante l’ha finalizzato Michele Guberti e l’undicesimo pezzo, “Yes I do” (quinto nel disco) l’ha creato al volo Luca Pedroni a Ferrara sulla base di un’idea che avevo. Poi Luca ha fatto la magia. Tutto sommato, non mi sono annoiato, anzi è stato un momento speciale i due anni COVID, nonostante l’immensa tristezza di vedere la gente soffrire a cause di questo terribile virus.

7) Quali sono i tuoi pezzi che più ti rappresentano?

Direi tutti i pezzi del CD raccontano un pezzo di me. Se devo sceglierne 3 in particolare, rappresentativi del “fare rumore” che amo, e della dolcezza che non deve mancare nella vita, direi:

1. “Another Dance” per il rumore e per il testo che incita a fare un altro “giro di pista”, quando c’è ancora tempo e energia, su un sogno da realizzare. E poi di crearsi ad ogni istante un sogno realizzabile da inseguire per rendere la vita più felice.

2. “R U Still Dreamin’?” per il messaggio, sotto forma di domande, di continuare a sognare sogni raggiungibili.

3. “Christmas Gift” perché il suo senso non è materiale (Regalo di Natale) come si potrebbe credere, ma è totalmente centrato sull’amore che ogni giorno ci viene dalle persone che ci amano e che amiamo. E questo il “Christmas Gift” quotidiano che canto.

8) Quanto di personale c’è nelle tue canzoni?

In questo CD direi quasi tutto. Ogni canzone è una storia vissuta ma che spero sia sia simile a quelle vissute da tanti altri. Il secondo CD in lavorazione “WTF Human Nature” (What The Fuck Human Nature) lo scrivo molto raccontando storie come osservatore del mondo. In questo primo CD “Another Dance” era fondamentale per me dare agli ascoltatori un pezzo di me, alle volte gioioso, alle volte malinconico, ma sempre con l’energia di trovare il meglio nel mondo e andare avanti, un po’ come sono nella vita.

9) Sei un cantautore che scrive molti pezzi oppure hanno difficoltà a nascere?

Se anni fa avessi scelto con determinazione la carriera di cantautore, per me sarei già al trentesimo disco! Le storie da raccontare mi arrivano quasi ogni giorno. Alle volte mi fermo un attimo per prendere qualche nota e buttare giù qualche accordo di chitarra per non dimenticarmi cosa volevo raccontare. Altre volte, nella mia vita attuale di non artista a tempo pieno, non ho il tempo di fermarmi e così l’idea se ne va’ per poi sparire o rivenire.  

10) Da dove trai ispirazione? Hai qualche tipo di rituale prima di iniziare a lavorare?

Come tanti, mi aggancio alla vita che mi circonda. Alle volte la racconto vivendola in prima persona, in altri momenti essendo come un reporter che la guarda da fuori. Sapendo suonicchiare la chitarra (niente di eccezionale ma onesto), tutte le mie canzoni nascono cercando di trovare un giro di accordi alla chitarra che vada bene con la storia che voglio raccontare. Alle volte invento degli accordi senza sapere esattamente l’accordo che suono ma l’importante è che il suono vada bene. E poi mi piace cambiare le strutture delle canzoni.

11) Come reagisci quando hai un blocco creativo?

… forse sembrerà arrogante dirlo, ma non so cosa vuol dire “avere un blocco creativo” perché non smetto mai di creare. Ho tante canzoni che ho scritto ma quando si tratta di fare un CD ce ne sono di nuove che arrivano e che sono più legate al momento di vita che vivo. E sono proprio queste che entrano nel CD. E il caso di “Another Dance”, la mia preferita per la sua energia: è stata l’ultima che ho scritto ed è quella che da il nome al CD ed è la prima nella set list.

12) Cosa significano per te improvvisazione e composizione? E quali sono per te i loro rispettivi meriti?

La mia ignoranza musicale è pari a quella del mio idolo Liam Gallagher!. Come lui, creo canzoni alla chitarra (spesso acustica). Quando le creo è come se sentissi già il suono del prodotto finale ed è cosi che dico ai musicisti cosa vorrei da loro, portando esempi di suoni di canzoni che amo. La magia è poi fatta dai miei arrangiatori (per il CD “Another Dance”, Luca Pedroni e Michele Guberti). Io li seguo nella loro creazione intorno al “telaio” che ho creato chitarra e voce, e chiedo di aggiustare se non suona come lo sento nella mia testa. L’improvvisazione non fa parte delle mie capacità musicali, quindi tutto sta nella composizione e pianificazione sistematica di come il risultato deve arrivare.

13) Che attrezzatura o software usi per comporre la tua musica?

Un telefono per registrare voce e chitarra. 80% del tempo la chitarra è la mia adorata acustica Gibson J45 Vintage Cherry Sunburst (detta “Work Horse”), e il 20% restante si tratta di una elettrica Sterling. Registro come mi viene, spesso fuori tempo e qualche volta pure scordato 😊, poi do il tutto a Luca Pedroni che rimette tuto a posto e crea la prima magia della nascita del primo arrangiamento del pezzo.

14) Oggi forse più di ieri c’è una contaminazione dei generi. Pensi che la musica si sia aperta al mondo?

La musica È il mondo. Il mio mondo È con musica, quella che per me si fa con tante chitarre, basso, batteria, un filo di tastiere e seconde voci dappertutto. Ogni espressione musicale ha il suo posto ma ogni essere umano ha gusti diversi. Una cosa è certa, non mi vedrete mai fare del rap o della tecno! Non credo alla contaminazione dei generi. Credo alla riutilizzazione di generi per crearne di nuovi.

15) Come giudichi l’uso della tecnologia e dei social media al servizio della musica?

Avendo una laurea in informatica, non posso altro che essere felice di vedere la tecnologia al servizio della semplicità di produzione della musica. Venendo da un universo musicale dove i suoni devono essere veri, non concepisco di creare musica senza veri strumenti. Detto questo, qualsiasi creazione artistica va rispettata.

16) Cosa ne pensi della Loudness War e dell’intensivo utilizzo della compressione dinamica utilizzata nelle tracce audio contemporanee?

La Loudness cosa? Qui mi pescate nella mia super ignoranza musicale. Non ho idea di cosa stiate parlando. Anche il concetto di compressione dinamica mi dice poco. Per me se suona “bene” mi basta.

17) Il ruolo dei cantautori e delle band è sempre stato soggetto a cambiamenti. Qual è la tua opinione sui compiti (ad esempio politici / sociali / creativi) degli artisti di oggi e come raggiungi questi obiettivi nel tuo lavoro?

La mia opinione, che è poi la mia missione, è di dare une emozione tramite il suono e il testo per aiutare la gente che mi ascolta a vivere con intensità un momento felice o trovare conforto in un momento difficile. Un cantautore deve anche prendere posizione per delle cause considerate come globalmente giuste, quindi primo o poi nelle sue canzoni dovrà avere un ruolo politico e sociale. Questo è il mio concetto di cantautore che applico a me stesso.

18) Che consigli daresti ai nuovi artisti che desidererebbero emergere?

Cercate di capire dove si trova il vostro talento. La dove il vostro talento si ferma, scegliete dei buoni collaboratori per portare l’idea iniziale al livello dove da soli non avreste potuto (a meno che siate dei “Prince” in erba, capaci di suonare tutto e incidere da soli). Siate lavoratori intensi, perché anche se siete talentuosi (bella voce, ottimi strumentisti e sopraffini scrittori di canzoni), il talento senza duro lavoro non vi porterà da nessuna parte.

19) Gli artisti spesso vivono immersi nelle emozioni del presente. Il futuro ti spaventa? Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Direi anche che gli artisti pescano molto dalle emozioni del passato. Il futuro in quanto tale non mi spaventa perché la speranza di un mondo migliore vive nel futuro. In questo momento, se parliamo del solo aspetto musicale, i miei progetti per il futuro sono di portare sui palchi il CD “Anotehr Dance”, registrare il video clip del singolo “Another Dance” e finire di scrivere il secondo CD “WTF Human Nature”

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