
Gli Acid Brains sono nati nel 1997, come alternative rock/punk/stoner band, provenienti da Lucca e con 300 concerti all’attivo: Italia, Regno Unito, Stati Uniti, Francia, Belgio, Olanda e Svizzera. Recensiti dalle maggiori riviste e siti musicali Italiani e non solo. I loro brani sono stati programmati su varie TV (Rock TV, Rai 3, Canale 10, Vuemme ecc.) e Radio nazionali (Radio Rai, Rock FM, Radio Lupo Solitario, Controradio, Contatto Radio “Riserva Indie” ecc.). Hanno aperto ad artisti di fama nazionale come: One Dimensional Man, Alberto Ferrari (Verdena), Diaframma, Pornoriviste, Maria Antonietta, Malfunk, Orange, Fluxus ecc., suonato in vari Festival tra cui il Frogstock Festival (Headliner Simple Minds) e il Beat Festival (Headliner Cosmo), nei contest Fiera della Musica di Azzano Decimo (Ospite Max Gazze’), I Tim tour 2001 e 2002 (con Red Ronnie). Hanno partecipato a 23 compilation tra cui 2 Sampler della nota rivista Rock sound, Soniche Avventure, Parlami per sempre (Tributo ad Elisabetta Imelio). Tre demo, 6 CD ufficiali, il 18 marzo 2022 è uscito il nuovo l’EP “Il Caos”, (primo lavoro della band interamente in Italiano) pubblicato e distribuito da Infecta Suoni&Affini, promosso da (R)esisto Distribuzione e distribuito da Artist First. Ringraziamo infinitamente la stupenda band alternative rock lucchese per averci concesso quest’intervista.
1) Com’è nato il nome della vostra band? Potreste raccontarci anche un po’ la storia della vostra band?
Il nome della band è una provocazione verso le persone che giudicano in base alle apparenze, era il 1997, eravamo molto giovani e molto ribelli e quindi diciamo che è un vaffa… verso la gente bigotta. La storia della band è molto lunga, quest’anno sono 25 anni di attività , comunque provando a fare una sintesi, nel 2000 abbiamo vinto i premi come miglior brano inedito e miglior cover in un concorso ai tempi importante, da lì abbiamo iniziato a crederci veramente, non ci siamo più fermati e direi che ci siamo tolti parecchie soddisfazioni. Ci sono stati 3 cambi di formazione e l’unico superstite sono io ^^, comunque siamo in questa formazione stabilmente dal 2014 e sono ottimista che cosi resteremo fino alla fine.
2) C’è stato qualche episodio particolare che vi ha fatto sentire il bisogno di scrivere le vostre canzoni?
Sì, la vita. Sento l’esigenza e l’urgenza di mettere in musica la vita vissuta, con tutte le sue dinamiche, sia belle che brutte e di raccontarla con totale sincerità. Avverto questa cosa come un urgenza emotiva.
3) Qual è stato il vostro percorso formativo e che cosa vi ha influenzato di più?
Il nostro percorso formativo è stato ascoltare tanta tanta musica, andare ai concerti e vivere il rock come stile di vita, attitudine e ideologia. Le influenze sono state la scena di: Seattle, il punk, il post punk/new wave inglese e il rock alternativo italiano.
4) “Il Caos” è uscito il 18 marzo del 2022, potete parlarci di questo lavoro?
Questo lavoro è stato fortemente voluto e sudato. L’abbiamo registrato a febbraio 2021 ma è uscito ora perché abbiamo aspettato il momento giusto (anche se capirlo oggi è quasi impossibile). Vogliamo sperare di averci preso ^^. “Il Caos”, è stato registrato al Natural Headquarter di Ferrara ed è venuto molto spontaneamente, avevamo le idee chiare e abbiamo lavorato bene, questo anche grazie ai professionisti dello studio che consigliamo vivamente.
5) Quanto tempo ha richiesto la realizzazione dell’EP?
Da un punto di vista compositivo un annetto circa, per registrarlo abbiamo fatto tutto in quattro giorni, mixaggio incluso.
6) Attualmente, è difficile pubblicare un disco, un EP o un singolo?
Difficile no, perché ci sono molte etichette underground pronte a pubblicare album, il problema è capire quali sono quelle che si sbattono per dare visibilità alle band o meno… sicuramente è dispendioso economicamente e non c’è mai un rientro (cosa che alla lunga diventa un po’ pesante). La cosa più difficile comunque è attirare l’attenzione del pubblico che si stanca subito di tutto e ha poca attenzione verso la musica underground italiana.
7) Come state affrontando questo periodo in piena fase pandemica da virus SARS-CoV-2?
Siamo stanchi e stufi di questa situazione, come ormai tutti credo, però mi sembra che ci siano dei buoni spiragli di miglioramento, quindi voglio provare ad essere ottimista.
8) Quali sono i vostri pezzi che più vi rappresentano?
Ad oggi sicuramente quelli del nuovo EP perché rappresentano ciò che siamo ORA ma ce ne sono anche molti vecchi che hanno significati particolari come: Again, Really Scared, Make Up Your Mind o Nausea o da accostare a dei ricordi come: Empty Bottle, Smoke Cigarettes ecc.
9) Quanto di personale c’è nelle vostre canzoni?
TUTTO.
10) Siete una band che scrive molti pezzi oppure hanno difficoltà a nascere?
Io scrivo sia la musica che i testi delle canzoni e vado a periodi, ho dei periodi dove scrivo anche 3 canzoni in un mese come altri dove non scrivo nulla anche per 6 mesi. I brani comunque vengono sempre fuori molto spontaneamente, come se quasi dovessero venire alla luce. Sono diciamo urgenze emotive che hanno bisogno di venir fuori ^^.
11) Cosa significano per voi improvvisazione e composizione? Quali sono per voi i loro rispettivi meriti?
La musica prima di tutto dev’essere un modo per lasciarsi andare e per staccarsi dalla realtà che spesso ci opprime. Quindi improvvisazione e composizione devono avere il merito di portarti “dall’altra parte”, cioè dove stacchi la testa, questo esiste solo con la musica. Se ciò avviene, vorrà dire che sei sulla strada giusta ^^.
12) Che attrezzatura usate per comporre la vostra musica?
Siamo ultra classici: voce, due chitarre, un basso, la batteria e un minimo di tastiera. Qualche effetto come: chorus, delay, fuzz vari ecc. e il gioco è fatto.
13) Oggi forse più di ieri c’è una contaminazione dei generi. Pensate che la musica si sia aperta al mondo?
Sicuramente la formula del rock è stata usata in tutti i modi ed oggi fare qualcosa di nuovo non è facile… da lì la ricerca di qualcosa di diverso e la voglia di contaminarsi. Io per primo amo sperimentare, infatti ho anche un progetto solista, dove mi cimento fra elettronica e post punk/new wave. Quindi approvo in pieno.
14) Come giudicate l’uso della tecnologia e dei social media al servizio della musica?
Va usata con gusto, senza strafare. È un’arma a doppio taglio, se usata bene è molto utile, se usata male può essere controproducente. Io comunque tendo sempre ad essere un po’ vintage ^^.
15) Il ruolo delle band è sempre stato soggetto a cambiamenti. Qual è la vostra opinione sui compiti (ad esempio politici/ sociali / creativi) delle band di oggi e come raggiungete questi obiettivi nel vostro lavoro?
Io penso che nella musica non ci dev’essere politica, è un mio pensiero personale logicamente, secondo me la musica dev’essere un input e uno stimolo per chi l’ascolta, una persona deve rispecchiarcisi e condividerne le emozioni quindi il racconto della vita e delle esperienze di vita è il modo migliore per esprimersi. A me piace l’emotività della musica: i sentimenti, la rabbia, la ribellione, la libertà.
16) Come pensate che le composizioni contemporanee possano attirare l’attenzione di un pubblico più ampio?
Io ho quarant’anni, quindi ormai ho una mentalità forse non più totalmente contemporanea, comunque sicuramente internet è il mezzo con cui raggiungere il pubblico oggi, verso la musica e l’arte in generale vedo parecchio menefreghismo oggi, ma forse dopo tutto il casino che c’è nel mondo la gente riavrà voglia di qualcosa che li stimoli.
17) Che consigli dareste ai nuovi artisti che desidererebbero emergere?
Fate quello che vi piace e non quello che piace agli altri ma fate sempre autocritica e ricordate che non si finisce mai di imparare,
18) Gli artisti spesso vivono immersi nelle emozioni del presente. Il futuro vi spaventa? Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Il futuro doppiamente per come vanno le cose oggi, non sembra roseo, ma senza speranza non si può vivere, quindi voglio sperare che ci rialzeremo da questa situazione in cui ci troviamo. I progetti per il futuro più immediati sono: suonare, dare tutto e cercare di arrivare ad un pubblico un po’ più vasto. Poi vedremo, meglio andare per piccoli passi ^^.