INTERVISTA ESCLUSIVA ALLA CANTAUTRICE BRESCIANA LAURA B

Laura B è una cantante e autrice di brani inediti italiani e stranieri. Inizia a calcare i palchi all’età di 17 anni in teatro, esibendosi per alcune compagnie teatrali e prendendo parte alla tournée del musical “Chiuso per western”, vincitore del premio FITA Italia. Proprio in teatro, grazie ad un regista che le propone un pezzo di Janis Joplin (Little Girl Blue) come leitmotiv di un suo personaggio, si avvicina alla musica e al canto. Comincia l’attività musicale nel 2009 cantando cover in alcune formazioni acustiche ed elettriche in stile black: blues, jazz, soul e rock blues, collaborando tra gli altri con Lalla Francia, Lucio Bardi (chitarrista di Francesco De Gregori), Luciano Ninzatti (turnista di Loredana Bertè). Nel 2016 incide il suo primo album come cantante leader e autrice di brani in inglese: “Pop hurt” con il gruppo Lemon Squeezers, distribuito dalla Maninalto! Records, con un susseguirsi di numerosi live tra cui: Bum Bum Festival in apertura a Ruggero de I Timidi; Radio Onda D’Urto; Sun Valley Festival in apertura a Giuliano Palma; Carroponte in apertura ai Vallanzaska. Il progetto riscuote un discreto successo e numerose recensioni positive. Nel frattempo si diploma ai Civici Corsi di Jazz di Milano in Canto Jazz. Nel 2019 partecipa come solista con brani inediti al concorso Sanremo Rock, esibendosi al Teatro Ariston di Sanremo e vincendo il premio ET Team. Il 29 aprile 2022 è uscito il suo primo album “La ragazza di nessuno”. Ringraziamo infinitamente la cantautrice bresciana per averci concesso quest’intervista.

1) Potresti raccontarci un po’ la tua storia artistica?
Molto volentieri. Ho iniziato ad esibirmi sui palchi facendo l’attrice in alcune compagnie teatrali amatoriali e semi professionali ma avere un regista mi stava un po’ stretto. Ho iniziato invece la carriera da cantante un po’ per gioco, un po’ per amore e non mi sono mai fermata. Dalle cover agli inediti, dai locali ai festival. Ho avuto l’opportunità di aprire concerti ad alcuni artisti che stimo come Giuliano Palma, Vallanzaska, Ambramarie e altri…, ho conosciuto persone incredibili, un’opportunità di crescita non indifferente.

2) C’è stato qualche episodio particolare che ti ha fatto sentire il bisogno di scrivere le tue canzoni? Qual è stato il tuo percorso formativo e che cosa ti ha influenzato di più?

Ho iniziato scrivendo canzoni in inglese per il gruppo bresciano Lemon Squeezers. Per me è stata un’opportunità e un’esperienza fondamentale. Scrivere le proprie idee, i propri stati d’animo, le proprie esperienze e condividerle è uno spazio di libertà che bramo. Il mio percorso formativo inizia dall’ascolto di alcune artiste americane incredibili come Janis Joplin, Etta James, Billie Holiday, cercare di capire la loro cifra stilistica e assimilarla è stato sicuramente il trampolino di lancio. L’esigenza di poter condividere i miei pensieri nella mia lingua madre è stata una conseguenza. Poter avere uno scambio diretto con il pubblico era uno dei miei obiettivi, così mi sono affacciata alla musica d’autore italiana con un interesse nuovo ed ho scoperto un mondo che amo, che mi affascina e che m’assomiglia.

3) “La ragazza di nessuno” è uscito il 29 aprile del 2022, puoi parlarci di questo lavoro discografico d’esordio?

“La ragazza di nessuno” per me non è solo una canzone ma un messaggio di consapevolezza. Volevo creare un ponte tra la musica d’autore italiana degli anni ‘70 e quella d’oggi. Ho chiesto la collaborazione alla direzione artistica di Lele Battista, un artista che stimo molto e all’arrangiamento di Nicola Gallo, mio partner lavorativo fidato e anche compagno di vita. La ragazza di nessuno segna il mio primo lavoro da solista, un nuovo inizio che m’intriga e mi rende orgogliosa e fiera del mio percorso artistico.

4) Attualmente, è difficile pubblicare un disco, un EP, un singolo o un videoclip?

Attualmente si preferisce uscire con singolo e video correlato. L’EP e il disco sono lo stadio successivo. Non credo sia difficile, se trovi l’equipe giusta tutto diventa facile e meraviglioso. Oggi credo sia più difficile trovare qualcuno che abbia voglia di investire su un progetto nuovo e questo comporta per l’artista un investimento economico abbastanza importante. I progetti musicali underground sono molti e alcuni veramente ben pensati. Lo spazio per una visibilità massiccia è limitato e purtroppo alcuni progetti possono disperdersi per mancanza di sostegno.

5) Come hai affrontando il precedente stato d’emergenza da virus SARS-CoV-2 e cosa provi per l’attuale abbattimento delle restrizioni?

Come per tanti credo che all’inizio la preoccupazione fosse tanta. È stato un momento pieno di paure e tristezza per tante famiglie. Io sono stata fortunata per la questione legata alla mia salute e quella delle persone a me vicine. Per quanto riguarda il lavoro in realtà per me è stato un momento di stallo utile per creare, scrivere e mettere in ordine alcune idee che mi balenavano in testa da tanto tempo. L’EP si è formato prima, ma soprattutto in quel periodo ho messo insieme i pezzi del puzzle e appunto creato la mia nuova strada… Per l’attuale abbattimento delle restrizioni non posso essere che felice. Mi rincuora il fatto che, nonostante l’emergenza non sia ancora finita, il virus è controllabile e non crea danno come all’inizio e cosa dire… riprendere la vita di sempre e avere la propria libertà è un sogno.

6) Quanto di personale c’è nei tuoi pezzi?
Credo tutto! Ogni cosa che scrivo è un insieme di sensazioni, idee, parole sentite da altri e ascoltate da dentro. Ogni parola che scrivo è densa di me.

7) Che attrezzatura usi per comporre le tue tracce?

Piano, voce o chitarra e voce per creare la noce del brano: melodia ed accordi. Altre volte inizio dal testo, altre volte da un’idea di arrangiamento che mi piace. Dipende cosa m’ispira. Quando sento che il brano può essere forte (mi emoziona) inizio a lavorarci.

8) Come giudichi l’uso della tecnologia e dei social media al servizio della musica?

La tecnologia aiuta a rendere concreta la tua idea e i social a diffonderla. Diciamo che si entra in un mondo pieno di contenuti e a volte si possono perdere quelli che hanno una certa profondità, quelli che hanno bisogno di sedimentare. È tutto molto veloce e affollato questo a volte può essere motivo di dispersione.

9) Cosa ne pensi della Loudness War e dell’intensivo utilizzo della compressione dinamica utilizzata nelle tracce audio?

Le dinamiche per un musicista e un interprete sono tutto: è l’anima, è la sensibilità, è la comunicabilità, è la personalità. Oggi si tende a rendere tutto omologato: questo è un problema per la creazione dell’artista. Si è soggetti differenti ed è proprio questo il bello… così si tende a rendere tutto un prodotto più che una creazione artistica.

10) Il ruolo della cantautrice/tore è sempre stato soggetto a cambiamenti. Qual è la tua opinione sui compiti (ad esempio politici / sociali / creativi) degli artisti di oggi e come raggiungi questi obiettivi nel tuo lavoro?

Il primo “compito” è la creazione, la necessità personale di creare e la necessità del condividere e dell’esserci. Come dicevo prima, scrivere è il proprio spazio di libertà, e la libertà è da difendere e da preservare. Io sono un soggetto che vive in una società e si sente una responsabilità nei confronti di questa: quindi non solo la vivo, ma la interpreto e a volte la denuncio. Credo che uno dei compiti di un artista sia anche quello di dare luce negli spazi bui che ci circondano.

11) Che consigli daresti ai nuovi artisti che desidererebbero emergere?
Andare sempre avanti, sempre con il proprio istinto, crederci sempre. Se non ci credi tu, gli altri non lo faranno. È dura la vita dell’artista: è sacrificio e devozione, ma anche tanta vita, umanità e crescita. Essere sé stessi è l’unico modo per vivere una vita felice senza rimpianti e rimorsi. Ognuno deve viverla cercando di essere il più felice possibile per non cadere nella tentazione di creare infelicità altrui.

12) Gli artisti spesso vivono immersi nelle emozioni del presente. Il futuro ti spaventa? Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Credo che un artista viva in un tempo temporale misto, o almeno io mi sento così. Il passato mi è vicino, il presente mi ispira e il futuro lo immagino, tutto nello stesso tempo e attimo che vivo. Il futuro non mi spaventa; mi infastidisce il tempo che passa troppo velocemente e spesso sento che mi scivola tra le mani. I miei progetti per il futuro: scrivere, crescere, migliorare e avere una bella carriera di cui essere fiera e felice. Adoro la vita e l’amore, e spero che il mio futuro sia pregno di queste cose…

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