
EMGO (acronimo per Eusebio Martinelli Gipsy OrkeStar) nasce dalla mente di Eusebio Martinelli, che dopo una lunga carriera in collaborazione con grandi artisti (Capossela, Bregovich, Negramaro, Sud Sound System, Biagio Antonacci, Modena City Ramblers, Calexico, Demo Morselli, Mark Ribot, Kocani Orkestar e tanti altri) decide di concentrare la sua solida esperienza nel progetto che da ormai 10 anni infiamma le piazze e i festival di tutta Italia ed Europa. Con i primi tre album, la band dà vita a importanti collaborazioni e tour, arrivando ad attraversare tutti i Paesi europei, da Marsiglia a San Pietroburgo. Durante la pandemia nascono ben due album, di cui il primo, “Trumpet Explosion”, apre gli orizzonti della band anche verso la musica colta e il mondo dei teatri, in cui Eusebio esprime il proprio virtuosismo e l’amore per la musica di autori come Chopin, Brahms e Paganini, avendo ulteriormente migliorato la propria tecnica studiando intensamente in lockdown. “SBAM!”, in uscita nel 2022, segna una svolta nel sound e nel mindset della band, che si rinnova e trova il suo nucleo operativo nel trio Eusebio Martinelli, Giuseppe Tortorelli (Joe Pantera) e Jacopo Tommasoni (Jack Citronella). Insieme, i tre scrivono, arrangiano e producono quello che definiscono “il disco della vita”, della ripartenza post Covid, dei futuri concerti e della nascita di un figlio per Eusebio. Ringraziamo la Eusebio Martinelli Gipsy OrkeStar per averci concesso quest’intervista.

1) Com’è nato il nome della vostra band? Potreste raccontarci anche un po’ la storia della vostra band?
Con il primo album il nome era “Eusebio Martinelli Gipsy Abarth OrkeStar”, volendo dar vita a musica turbo “Italian Style”, o ancora meglio: musica turbo per musicisti truccati! Come i motori Abarth appunto… Andando avanti poi il nome si è contratto a “Eusebio Martinelli Gipsy OrkeStar”, il primo nome in effetti era troppo lungo, inoltre sarebbe stata necessaria una liberatoria da parte dell’azienda originale “Abarth”.
2) C’è stato qualche episodio particolare che vi ha fatto sentire il bisogno di scrivere le vostre canzoni? Qual è stato il vostro percorso formativo e che cosa vi ha influenzato di più?
SBAM! è il mio quarto album con il progetto EMGO, tutti i brani fino ad ora presentati sono stati scritti e arrangiati da me fatta eccezione per questo ultimo album in cui il tutto si è sviluppato grazie alla preziosa collaborazione del chitarrista Jacopo Tommasoni e del batterista Giuseppe Tortorelli.
3) “Sbam!” è uscito il 22 aprile del 2022, potete parlarci di questo lavoro e di quelli precedenti?
In SBAM! Possiamo dire di aver utilizzato abbastanza le strutture del pop, ma se vogliamo parlare di suono la verità è che abbiamo ricercato nei luoghi più disparati. Abbiamo ascoltato di tutto e sperimentato in sala prove con sintetizzatori e chitarre portate all’estremo. Ad esempio, molti suoni “sintetici” che sembrano fatti al computer sono in realtà usciti da una chitarra. Anche la tromba è stata parecchio snaturata e si trasformata come un camaleonte sonoro in una giungla di note.
4) Come avete affrontando il precedente stato d’emergenza da virus SARS-CoV-2 e cosa provate per l’attuale abbattimento delle restrizioni?
In tutti quei mesi abbiamo lavorato tantissimo e da tutto questo lavoro sono nati due album e due diversi spettacoli tra loro molto diversi: SBAM! appunto, e TRUMPET EXPLOSION, in cui presento brani di musica classica in una versione molto particolare. Oggi poter rivivere i concerti in tutta normalità da gioia infinita, in ogni istante, sia sul palco che in viaggio con i miei musicisti, mi sento molto grato e fortunato!.
5) Cosa significano per voi improvvisazione e composizione e quali sono, per voi, i loro rispettivi meriti?
L’improvvisazione è la madre di tutti gli atteggiamenti creativi, poi subentra la ragione e il metodo. Penso che ascoltando brani come “Alterego” o “Babadochia” ci si possa accorgere che l’improvvisazione strumentale viene richiesta dal brano stesso.
6) Che attrezzatura usate per comporre la vostra musica?
Sono diversi strumenti digitali e i software che utilizzo e che utilizzano anche i miei musicisti, in particolare “Finale Score” per la creazione delle idee e “Logic X” per il successivo passaggio da midi a audio.
7) Come giudicate l’uso della tecnologia e dei social media al servizio della musica?
Grazie ai social possiamo comunicare a chi ci segue le nostre news e le info riguardanti i nostri spettacoli e questa è sicuramente una cosa bella e utile. Tuttavia capitano serate in cui nel pubblico si vedono troppe persone col telefonino in mano intente a filmare o documentare la serata, questo è sicuramente limitante per vivere a pieno lo spettacolo e più in generale la vita.
8) Cosa ne pensate della Loudness War e dell’intensivo utilizzo della compressione dinamica utilizzata nelle tracce audio?
Esistono tanti generi di musica, tante tipologie di fruitori e tanti scopi che la musica può avere. Se ci sono musicisti che per realizzare il proprio progetto e per raggiungere il proprio pubblico ritengono di adottare scelte di mixaggio e di mastering di un certo tipo, anche estreme, non vedo nulla di male.
9) Il ruolo dei cantautori e delle band è sempre stato soggetto a cambiamenti. Qual è la vostra opinione sui compiti (ad esempio politici / sociali / creativi) degli artisti di oggi e come raggiungi questi obiettivi nel vostro lavoro?
È sul piano sociale e creativo, più che su quello politico, che i nostri spettacoli danno il loro contributo al mondo per renderlo migliore, vedere socializzare e divertirsi insieme tante persone di diversa età ed estrazione sociale è fantastico e gratificante!.
10) Come pensate che le composizioni contemporanee possano attirare l’attenzione di un pubblico più ampio?
Non sono solito ragionare in questi termini, ossia mettendo il successo come scopo e facendo quindi una sorta di “indagine di mercato” nella scelta delle sonorità. Ci sarà sempre chi apprezza di più o di meno ciò che si fa ma quando si lavora con cuore ed entusiasmo si sta già facendo il massimo, anche verso la conquista di un possibile nuovo pubblico.
11) Che consigli dareste ai nuovi artisti che desidererebbero emergere?
Di questi tempi spesso chi inizia a fare musica è già molto sgamato, probabilmente è lui che potrebbe dare a me dei consigli… Una cosa che consiglierei io invece è di imparare bene a suonare il proprio strumento, esercitarsi all’infinito, questo porterà sicuramente cose belle e sempre migliori!.
12) Gli artisti spesso vivono immersi nelle emozioni del presente. Il futuro vi spaventa? Quali sono i vostri progetti per il futuro?
È vero che spesso noi musicisti siamo immersi nelle emozioni del presente, tuttavia guardando al futuro c’è tutt’altro che paura bensì infinito entusiasmo verso nuove collaborazioni e nuovi progetti che prenderanno vita dopo l’estate nel nuovo “Gipsy Recording Studio”, appena inaugurato a Castel d’Azzano (VR), il paese dove abito da ormai diversi anni.