INTERVISTA ESCLUSIVA AL DUO SARDO ABISSO

Abisso è un duo artistico sardo di stampo dark, composto da: Valeria Ghisu (in arte: EryaV) & Debora Caputo (in arte D’avy). Il progetto “Abisso” oltrepassa la dimensione della mera collaborazione, traducendosi in un’autentica simbiosi artistica. Bellezza ed eleganza si intrecciano ad atmosfere cinematografiche ed intense sonorità di stampo dark ambient, sorrette da elementi testuali e fotografici dalla forte vocazione poetica, alienoide e mistica.

RINGRAZIAMO IL DUO ABISSO PER AVERCI CONCESSO QUEST’INTERVISTA

1) Com’è nato il nome del duo? Potreste raccontarci anche un po’ la storia sua storia e singolarmente la vostra biografia?
Il termine “Abisso”, convoglia una vasta gamma di significati; dai più concreti (come i fondali oceanici) a quelli più astratti (come la dimensione inconscia). Tra le varie caratteristiche, tipiche di ciascuna di queste realtà, ve n’è una in particolare che le accomuna: la profondità ed è proprio “laggiù” il luogo da cui proveniamo. Il nome è nato da sé per esprimere il nostro viscerale legame con tutto ciò che l’abisso contiene/trattiene in sé e ciò che allo stesso tempo, annichilisce. L’abisso è una culla; è casa. Il progetto è stato “incubato” a lungo; getta le sue radici diverso tempo addietro, ma soltanto dal 9 Maggio 2022 (con l’esordio discografico “Son Of Abyss”), ha ufficialmente visto la luce. Debora Caputo (in arte:D’avy), nasce in Svizzera (cantone francese) il 15 Febbraio 1990; lì trascorre una parte della sua infanzia e fin dalla più tenera età (anche grazie alla passione trasmessa da suo padre che è stato uno speaker radiofonico), s’interessa all’arte, in particolare alla musica e al cinema. Valeria Ghisu (in arte:EryaV), nasce in Sardegna (Ogliastra) il 3 Maggio 1991; lì trascorre gran parte della sua vita e fin dalla più tenera età, s’interessa alle scienze e all’arte, in particolare alla musica ed alla scrittura.

2) C’è stato qualche episodio particolare che vi ha fatto sentire il bisogno di scrivere le vostre canzoni? Qual è stato il vostro percorso formativo e che cosa vi ha influenzato di più?
Il bisogno di comporre i nostri brani, non è legato ad un qualche episodio in particolare, ma si costituisce di molteplici elementi e sfumature, adibiti ad una propria funzione ed è inoltre legato all’esortazione del recupero di memorie ancestrali. I nostri percorsi formativi si concentrano su discipline scientifiche ed artistiche. Mmh…non c’è stato un qualcosa che ci ha influenzati maggiormente.

3) L’album “Cradle Of Ice” è uscito il 20 aprile del 2023, potete parlarci di questo lavoro e di “Son Of Abyss”?
“Cradle of Ice”, come il precedente “Son Of Abyss”, non è altro che un ramo di una dimensione artistica poliedrica, supportata da elementi testuali e fotografici. Si tratta di una realtà continua, strettamente interconnessa, che rivela gradualmente alcune delle sue caratteristiche.

4) Quanto tempo ha richiesto la realizzazione dei dischi?
Circa 6 mesi ciascuno.

5) Attualmente, è difficile pubblicare: un disco, un EP, un singolo o un videoclip?
Per quanto concerne la nostra esperienza, possiamo affermare che nel momento in cui ci si auto-produce, da una parte si ha pieno potere decisionale e quindi una completa autonomia, dall’altra, ci si imbatte logicamente ed inevitabilmente in difficoltà di varia natura.

6) Come avete affrontando il precedente stato d’emergenza da virus SARS-CoV-2 e cosa provate per l’attuale abbattimento delle restrizioni?
Perdonateci, ma per quanto riguarda l’argomento “Covid”, preferiamo non pronunciarci.

7) Quali sono i vostri pezzi che più vi rappresentano?
Dal primo, all’ultimo.

8) Quanto di personale c’è nelle vostre composizioni?
Le nostre composizioni, sono interamente personali, in realtà; raccontiamo e facciamo riferimento a questioni piuttosto intime che preferiamo non approfondire pubblicamente. Questo progetto, non rappresenta soltanto un mezzo di espressione artistica, ma anche un richiamo, d’immenso valore per noi, rivolto a determinate creature/persone che ci auguriamo sinceramente ricevano il nostro “messaggio” e “risuonino” con noi.

9) Scrivete molti pezzi oppure hanno difficoltà a nascere?
Non nascono con difficoltà, ma non componiamo molti pezzi; lavoriamo con metodo ad ogni singola opera, dedicandole il tempo che essa stessa richiede, inclusa la sua progettazione che è specifica, viscerale e cerebrale allo stesso tempo.

10) Da dove traete ispirazione? Avete qualche tipo di rituale prima di iniziare a lavorare?
Traiamo ispirazione da noi stessi e da ciò che ci ha circondati/che ci circonda.

11) Come reagite quando avete un blocco creativo?
Dopo un solenne turpiloquio, ci si prende del tempo per riflettere e comprendere effettivamente quale/i sia/siano il/i motivo/i di questo disagevole blocco, al fine di contrastarlo.

12) Cosa significano per voi improvvisazione e composizione? E quali sono per voi i loro rispettivi meriti?
Nella composizione, potremmo dire che tendenzialmente (secondo la nostra visione, ovviamente), l’improvvisazione rappresenti la voce della spontaneità che a sua volta apporta autenticità ad un’opera e che pertanto, si confermi come un elemento di arricchimento di un dato progetto. Tuttavia, a seconda dei casi e degli obiettivi, non è sufficiente se circoscritta al suo naturale “impeto”.

13) Che attrezzatura o software usate per comporre la vostra musica?
FL Studio, principalmente.

14) Oggi forse più di ieri c’è una contaminazione dei generi. Pensate che la musica si sia aperta al mondo?
Crediamo che fondamentalmente la musica in sé sia sempre stata aperta al mondo; è il mondo a non esserlo nei suoi confronti […] .

15) Come giudicate l’uso della tecnologia e dei social media al servizio della musica?
Come sempre, la tecnologia dispone di un grande potenziale che può rivelarsi fruttuoso o infruttuoso a seconda del suo utilizzo; i social media non fanno eccezione.

16) Cosa ne pensate della Loudness War e dell’intensivo utilizzo della compressione dinamica utilizzata nelle tracce audio contemporanee?
Pensiamo sia terrificante, irritante, e deleterio nei confronti della traccia (anche in termini di qualità) e persino dell’ascoltatore. Per noi, la bellezza e la gradevolezza sonora, si concretizza nel suo equilibrio e nella sua parsimonia, nonché nella varietà delle onde.

17) Il ruolo dei cantautori e delle band è sempre stato soggetto a cambiamenti. Qual è la vostra opinione sui compiti (ad esempio politici / sociali / creativi) degli artisti di oggi e come raggiungete questi obiettivi nel vostro lavoro?
Personalmente, preferiamo discostarci da temi politici, sociali e religiosi.

18) Che consigli dareste ai nuovi artisti che desidererebbero emergere?
Consiglieremmo loro di non temere di osare, di rispettare se stessi, i loro sogni e di non permettere a nessuno di oscurare la loro essenza, la loro realtà e tutto ciò che rappresenta. Questo è realmente difficile da realizzare, ma è ciò che pensiamo ci si dovrebbe riservare.

19) Gli artisti spesso vivono immersi nelle emozioni del presente. Il futuro vi spaventa? Quali sono i vostri progetti per il futuro?
No, il futuro non ci spaventa. Tra i nostri obiettivi, c’è quello di poter arricchire ed evolvere il progetto, affinché la nostra passione, si tramuti in una vera e propria professione. Ci auguriamo dunque di ricevere una seria proposta lavorativa che intenda accogliere e valorizzare noi ed il nostro progetto. Vi ringraziamo di cuore per la vostra ospitalità e cortesia. Saluti. 🌹

Abisso