INTERVISTA AL CANTAUTORE ROMAGNOLO EUGENIO BALZANI

Eugenio Balzani è nato e ancora risiedente a Cesena (FC). Si laurea a Bologna presso la facoltà di Medicina e Chirurgia, e attualmente svolge la libera professione nella sua città. A metà degli anni 90 comincia a scrivere canzoni che finiranno nel suo primo disco “Blu”, un live registrato presso il Teatro Petrella di Longiano (FC), sarà poi finalista nel 2002 e nel 2003 del Premio Città di Recanati organizzato da Musicultura con i brani “Io x Dio x 3e14” e “Normalizzazione”. Svolge la sua attività cantautorale, quasi esclusivamente in ambito locale, salvo sporadiche apparizioni in manifestazioni inerenti sempre la canzone d’autore (Festival di Mantova, Borgo Sonoro ed altre). Nel 2012 porta in scena a “Fabbrica” presso Gambettola (FC) uno spettacolo di parole e musica “Dall’Albero alla Nuvola” ispirato al romanzo di Cormac McCarthy “Non è un paese per vecchi”, il suo autore preferito insieme ad Iosif Brodskij e Raymond Carver. Ha pubblicato quattro raccolte di canzoni Blù (1997), TempOrale (2001), Io x Dio x 3e14 (2013) e l’album ItaliòPolis (2022).

1) Potresti raccontarci un po’ la tua storia artistica?
Le prime canzoni, fine anni ‘90, sono finite in un primo CD live “Blù”, cantautorato classico, quello che ho sempre ascoltato, fino al Premio Città di Recanati, finalista nel 2002 e 2003, con l’incontro con Piero Cesanelli, patron della manifestazione e convinto sostenitore del mio modo di scrivere. Mi sono avvicinato molto ad un percorso discografico importante, poi scivolato via per tanti motivi, ma va bene così. Ho continuato a fare il dottore ed il cantautore con altri due CD, “Temporale” e “Io x Dio x 3e14”, che raccoglieva il periodo Recanati, uno spettacolo di musica e racconti tratti dal libro “Non è un paese per vecchi”, dal titolo “Dall’albero alla nuvola” e poi ItaliòPolis uscito il 29 aprile di quest’anno.

2) C’è stato qualche episodio particolare che ti ha fatto sentire il bisogno di scrivere le tue canzoni? Qual è stato il tuo percorso formativo e che cosa ti ha influenzato di più?
Raccontare con le canzoni, il mio punto di vista, le emozioni che provavo e che trovavano sfogo nella musica, uno spazio libero per un gemello irrequieto come me.

3) “ItaliòPolis” è uscito il 29 aprile del 2022, puoi parlarci di questo lavoro?
ItaliòPolis, nasce in concomitanza del lockdown e anche dalla disponibilità di tempo libero che avevo per raccogliere frammenti di canzoni e testi sparpagliati qua e là, rappresentati nel disco dal brano L’Amore Sovversivo, scritto nel 2015 dopo la scomparsa di mia sorella, improvvisa e maledetta, che di fatto è il seme di ItaliòPolis e di tutte le canzoni che lo compongono.

4) Quanto tempo ha richiesto la realizzazione del disco?
Circa due anni da inizio registrazione e mastering finale.

5) Attualmente, è difficile pubblicare un disco, un EP, un singolo o un videoclip?
No, pubblicare è abbastanza semplice e in generale i costi sono contenuti, se c’è un forte fai da te. Forse il video clip è un po’ più impegnativo, quello che rimane molto difficile è ottenere una visibilità che ti permetta almeno di fare conoscere il tuo lavoro. Nel mio caso, la mia collaborazione con l’Altoparlante di Fabio Gallo e con il suo staff, si è rivelata molto preziosa in questo senso, e sono contento di questa scelta.

6) Come hai affrontando il precedente stato d’emergenza da virus SARS-CoV-2 e cosa provi per l’attuale abbattimento delle restrizioni?
Ho rispettato le regole, anche quando non ero in sintonia, perché eravamo tutti sulla stessa barca e remare contro in quel momento lo trovavo sbagliato e inutile. Sono favorevole alla fine delle restrizioni.

7) Sei un cantautore che scrive molti pezzi oppure hanno difficoltà a nascere?
Io scrivo tanto, pure troppo qualche volta, ma mi diverto.

8) Che attrezzatura usi per comporre le tue tracce?

Con una scheda ProTools bella datata, ma che per me funziona benissimo; il suono di ItaliòPolis è lì dentro e sono molto contento del suo sound sghembo.

9) Come giudichi l’uso della tecnologia e dei social media al servizio della musica?
Per me tutto ciò che c’è di nuovo e di supporto tecnologico non rappresenta un problema, ma la musica è fatta di idee, di suoni, di strumenti difficili da suonare bene, di cultura, di parole e di tanto altro ancora. La tecnologia serve ad esaltare tutto questo, spesso viene usata in sostituzione, come una scorciatoia, non provo interesse alcuno per questo genere, non è la mia storia.

10) Cosa ne pensi della Loudness War e dell’intensivo utilizzo della compressione dinamica utilizzata nelle tracce audio?
Non sono abilitato a questa risposta per mia ignoranza in materia, sento però quando un disco suona bene e mi viene da dire: cazzo come suona.

11) Che consigli daresti ai nuovi artisti che desidererebbero emergere?
Di raccontare sempre il proprio punto di vista con la musica e con le parole e di avere pazienza perché la strada che incontri per primo è sempre la più facile e spesso non è la tua; ci vuole il coraggio di rimanere un illustre sconosciuto e la testa dura per andare avanti finché ritieni ne valga la pena per te.

12) Gli artisti spesso vivono immersi nelle emozioni del presente. Il futuro ti spaventa? Quali sono i tuoi progetti per il futuro
Proseguire col mio lavoro da dottore, scrivere altre canzoni, ma soprattutto altre storie da vivere e qualcuna da raccontare.

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